Lanciato nel 2003 ed in orbita intorno al pianeta rosso, Mars Express festeggia venti anni di osservazioni di Marte, rilasciando un mosaico globale a colori con dettagli di minerali, composizione e circolazione della tenue atmosfera, scrutando sotto la crosta e facendo emergere vari fenomeni che interagiscono nell’ambiente marziano.

Composto da novanta immagini riprese dalla High Resolution Stereo Camera (Hrsc), il mosaico fornisce informazioni sulla composizione di Marte per aree estese fino a 2.500 chilometri riprese da altitudini comprese tra i 4.000 e i 10.000 chilometri.

L’insieme ha prodotto una visione globale completa a colori di Marte.

Famoso per il suo colore rossastro, dovuto ad alti livelli di ferro ossidato, in queste immagini, invece, Marte appare scuro e blu. Si tratta di sabbie basaltiche grigio-nere di origine vulcanica che formano strati di sabbia scuri, mentre si accumulano e si muovono nel vento, creando imponenti dune di sabbia e campi di dune all’interno di crateri da impatto.

Il materiale esposto all’acqua tende ad apparire più leggero: i due minerali più comuni alterati dall’acqua su Marte, sono l’argilla e il solfato, che appaiono particolarmente brillanti sulla tavolozza dei colori di riferimento. Per queste immagine è stato usato lo spettrometro OMEGA.

Se pure in maniera indiretta, questi minerali sono la pistola fumante a conferma che l’acqua liquida è esistita su Marte per molto tempo, alterando la roccia nel tempo per formare depositi di argilla significativi come Mawrth Vallis.

Il canyon Valles Marineris con dettagli della superficie annotati: depositi di solfato, foschia e nebbia e copertura nuvolosa. Questa caratteristica tettonica si estende per oltre 4000 km da est a ovest e fino a 700 km da nord a sud, ed è il sistema di canyon più grande e spettacolare del Sistema Solare.
ESA/DLR/FU Berlino/G. Michael, CC BY-SA 3.0 IGO

I minerali di solfato sono visibili nell’immagine accanto e appaiono ricoperti da una sottile patina di sabbia scura. A differenza dei depositi di argilla, i minerali di solfato indicano condizioni ambientali più acide che sarebbero meno favorevoli alla vita.

Per comporre il mosaico a colori, grazie ai nove canali di imaging di HRSC, il team ha dovuto tenere conto dell’effetto opacità, provocato dalla continua evoluzione dell’atmosfera marziana, che  rende difficile determinare con precisione i colori della superficie dall’orbita. La polvere disperde e riflette la luce, provocando lo spostamento dei colori tra le immagini.

L’effetto di ‘disturbo’ è stato superato durante l’elaborazione delle immagini, riducendo le variazioni di colore tra le diverse parti di Marte: ogni immagine fa riferimento a un modello di colore derivato da osservazioni ad alta quota.

Questo accorgimento ha consentito al team di Hrsc di preservare le variazioni di colore e rivelare una visione cromatica di Marte molto più ricca di quella mai vista prima.

 

La missione Mars Express di ESA, vede la partecipazione di una filiera lunga di competenze italiane, coordinate dall’Agenzia Spaziale Italiana: lo spettrometro di Fourier PFS per lo studio dell’atmosfera e il radar subsuperficiale MARSIS -Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding-, realizzato con il contributo della NASA/JPL.

Italiano anche lo strumento VNIR, che compone lo spettrometro OMEGA e l’elettronica dello strumento di imaging di atomi neutri energetici ASPERA. Anche nel team della camera stereo ad alta risoluzione HRSC ci sono scienziati italiani.

In apertura: Credito: ESA/DLR/FU Berlin/MOLA Science Team, CC BY-SA 3.0 IGO