È previsto per il 2026 il lancio in orbita della prima missione attiva di rimozioni di detriti spaziali. Il futuro spazzino cosmico si chiama ClearSpace-1 ed è stato realizzato dalla startup svizzera ClearSpace, selezionata nel 2019 dall’Agenzia Spaziale Europea.

Obiettivo della missione, rimuovere la parte superiore di un detrito spaziale chiamato Vespa (dall’inglese Vega Secondary Payload Adapter) lasciato in un’orbita di ‘smaltimento graduale’ durante il secondo volo di un lanciatore Vega dell’Esa nel 2013. Il detrito spaziale ha una massa simile a quella di un piccolo satellite, circa 112 chilogrammi, e ha una forma adatta per dimostrare il funzionamento del nuovo spazzino spaziale, dotato di quattro bracci robotici.

ClearSpace-1 partirà dallo spazioporto europeo di Kourou, in Guyana francese, a bordo del nuovo razzo europeo Vega C, costruito in Italia da Avio. A stabilirlo, un recente accordo siglato tra Arianespace e ClearSpace.

Se tutto andrà come previsto, ClearSpace-1 permetterà di dimostrare la fattibilità di operazioni simili di rimozione di detriti spaziali, aprendo così la strada a missioni più complesse per affrontare il crescente problema della spazzatura cosmica.

Con l’aumento esponenziale dei voli spaziali, la space junk è uno dei principali rischi per l’orbita bassa terrestre, come afferma anche una lettera recentemente pubblicata da alcuni ricercatori su Science.

I dati dell’Esa, aggiornati a marzo 2023, parlano di circa 36.500 oggetti superiori ai 10 centimetri, 1 milione tra 1 e 10 centimetri e 130 milioni di detriti inferiori a 1 centimetro. Per un totale di oltre 10.800 tonnellate di massa. E c’è anche chi sostiene che oltre il 75% della spazzatura cosmica sia ‘nascosta’, ovvero non sia riconducibile all’insieme di oggetti conosciuti e schedati.

 

Immagine in apertura: Rappresentazione artistica della missione ClearSpace-1. Crediti: ClearSpace