Le rocce spaziali che cadono sulla Terra vengono alterate dalla nostra atmosfera e dalle condizioni terrestri più rapidamente di quanto pensassimo. Lo suggerisce una ricerca dell’Università di Glascow che ha esaminato due campioni del meteorite di Winchcombe, caduto due anni fa in Inghilterra.

Lo studio rivela per entrambi lo sviluppo di sali e minerali a causa dell’interazione tra le superfici dei frammenti con l’umidità del luogo di atterraggio o del laboratorio di prima analisi. Un’alterazione riscontrata nonostante la rapidità con la quale i frammenti del meteorite siano stati recuperati dopo la loro caduta sulla Terra, considerati per questo motivo quasi incontaminati, almeno fino a oggi.

Pubblicata su Meteoritics & Planetary Science, la ricerca fornisce informazioni utili per una migliore protezione dei frammenti spaziali da futuri ritrovamenti terrestri o da missioni che consegneranno alla Terra campioni da altri pianeti o asteroidi.

Caduto il 28 febbraio 2021 nella contea di Gloucestershire, del meteorite Winchcombe sono stati recuperati con tempestività due diversi frammenti: un primo ritrovato due giorni dopo in un vialetto residenziale, e un secondo scovato in un campo di pecore il 6 marzo 2021.
Utilizzando la microscopia elettronica a scansione, la spettroscopia Raman e la microscopia elettronica a trasmissione, l’Università di Glascow ha analizzato due campioni, uno per ciascun frammento ritrovato, con l’obiettivo di cercare i segni di eventuali alterazioni dalle condizioni terrestri.

Le alterazioni di solfati di calcio e calcite riscontrate sul campione prelevato dal frammento del meteorite di Winchcombe recuperato nel campo di pecore.

Il campione prelevato dal frammento dal campo di pecore ha mostrato due forme di sale – solfati di calcio e calcite – sulla crosta di fusione, ossia il materiale che si forma quando un meteorite si fonde durante il suo ingresso ardente nell’atmosfera terrestre. La presenza di sali su questa crosta suggerisce che essi si siano sviluppati dopo l’atterraggio, una volta esposti all’umidità del campo di pecore.

Sul campione del frammento dal vialetto residenziale, invece, è stata riscontrata la presenza di alite, un minerale formato da cloruro di sodio, costituente principale del sale da cucina. Essendo comparsa solo sulle superfici lucidate del frammento, i ricercatori pensano l’alite si sia formata dall’interazione della roccia con l’aria umida del laboratorio nel quale è stata effettuata la lucidatura subito dopo il recupero del frammento.

«Abbiamo dimostrato che non esiste un meteorite incontaminato: l’alterazione terrestre inizia nel momento in cui il meteorite incontra l’atmosfera terrestre e lo possiamo vedere in questi campioni che abbiamo analizzato solo un paio di mesi dopo l’atterraggio. –  afferma Laura Jenkins, dottoranda dell’Università di Glasgow – Questo dimostra quanto siano reattivi i meteoriti alla nostra atmosfera e quanto dobbiamo essere attenti a tenere conto di questo tipo di alterazione terrestre quando li analizziamo. Per ridurla al minimo, i meteoriti dovrebbero essere conservati in condizioni di inerzia, se possibile».

Questa è la prima ricerca a mostrare con chiarezza come l’alterazione terrestre inizi assai rapidamente e quanto questo processo possa avanzare in tempi brevi. Comprendere la genesi e la natura delle alterazioni da contaminazione terrestre è fondamentale per mettere in relazione nel prossimo futuro i meteoriti atterrati sulla Terra, come quello di Winchcombe, con i campioni restituiti dalle missioni di ritorno dallo spazio profondo, come quelli che trasporterà la staffetta interplanetaria della Mars Sample Return Campaign.

 

Immagine in evidenza: uno dei due frammenti del meteorite di Winchcombe. Crediti: The Trustees of the Natural History Museum, London, 2021