Partiranno a bordo di un Falcon 9 due missioni dell’Agenzia spaziale europea precedentemente in programma con i lanciatori Soyuz e Ariane 6.
In una conferenza stampa del 20 ottobre, a valle di una riunione del Consiglio dell’Esa, il direttore generale dell’Agenzia europea, Josef Aschbacher, ha annunciato che per lanciare nel 2023 Euclid e nel 2024 Hera, l’Esa si avvarrà del Falcon 9 di SpaceX.
Il liftoff di Euclid, una missione cosmologica che opererà nel punto lagrangiano Terra-Sole L-2, attendeva di essere riprogrammato dopo l’interruzione delle operazioni di lancio dei vettori russi Soyuz dalla Guyana Francese, in seguito alle sanzioni occidentali verso Mosca. Oltre a Euclid anche la missione di scienze della Terra chiamata EarthCARE, era programmata per il lancio con Soyuz e partirà, invece, a bordo di un Vega C, secondo quanto affermato da Aschbacher.
Hera ha come obiettivo l’asteroide Didymos e la sua luna Dimorphos. Il suo compito sarà complementare a quello svolto dalla missione Double Asteroid Redirection Test della Nasa, meglio conosciuta come Dart che si è scontrata con Dimorphos il mese scorso, ripresa dagli obiettivi del satellite italiano LiciaCube. Hera studierà gli asteroidi, compresi gli effetti su Dimorphos generati dalla collisione con Dart.
Il decollo di Hera era previsto entro la fine del 2024 su un Ariane 6, ma visti i ritardi che gravano sul volo inaugurale del nuovo vettore Esa, Aschbacher ha annunciato che «non sarà possibile il lancio su Ariane 6. Pertanto, sarà lanciata sul Falcon 9».
L’Esa non ha reso noto l’impatto economico dello spostamento delle missioni sul vettore di Musk, ma nel conto potrebbero esserci anche eventuali depositi previsti nel contratto di lancio Soyuz, che andrebbero persi con l’annullamento. Günther Hasinger, direttore scientifico dell’Esa, ha affermato che il cambio avrebbe un “effetto positivo” sul budget della scienza perché farebbe risparmiare tempo rispetto all’attesa di un lancio europeo.
Anche altre missioni potrebbero essere interessate dai ritardi di Ariane 6. Francisco-Javier Benedicto Ruiz, direttore della navigazione per l’Esa, ha affermato che l’Esa e l’Unione Europea devono riprendere i lanci dei satelliti Galileo – sospesi dalla perdita di Soyuz e dai ritardi di Ariane 6 – alla fine del 2023 o all’inizio del 2024 per poter mantenere la costellazione a pieno regime.
C’è poi da sciogliere il nodo su ExoMars costretta a rinunciare alla finestra di lancio di settembre 2022 a causa del conflitto russo-ucraino. Due le questioni aperte: il vettore che dovrà sostituire il Proton e una nuova piattaforma di atterraggio al posto della Kazachok .
Aschbacher ha affermato che gli Stati membri dell’Esa prenderanno una decisione sul futuro della missione durante la riunione ministeriale di novembre.
L’opzione sul tavolo è il lancio di ExoMars nel 2028, che richiederebbe anche la costruzione di un nuovo modulo di discesa per sostituire quello fornito dalla Russia. David Parker, direttore dell’esplorazione umana e robotica dell’Esa, ha affermato che l’agenzia richiederà alla ministeriale i finanziamenti per iniziare a lavorare sul nuovo modulo, ma non ha rivelato quale sarà il budget necessario.
Il dg dell’Esa ha aggiunto che è stato effettuato uno studio per determinare se la valenza scientifica della missione fosse ancora attuale lanciando nel 2028 e arrivando su Marte nel 2030.
Tale revisione, presentata alla riunione del Consiglio dell’Esa, ha confermato che gli obiettivi scientifici – cercare prove della passata vita marziana perforando la superficie del pianeta – saranno ancora validi anche se la missione sarà posticipata alla fine del decennio.