Un’enorme esplosione, denominata GW170817, è stata osservata nel 2017 e studiata da 70 osservatori spaziali e terrestri, che ne hanno determinato la posizione a una distanza di 130 milioni di anni luce, ma ci sono voluti anni per ottenere dati sulla sua velocità.

Il getto mostrava un movimento apparente sette volte la velocità della luce. Ma superarla non può che essere illusorio. Il getto che vediamo da Terra si avvicina quasi alla velocità della luce, mentre la luminosità che emette in un secondo momento ha una minore distanza da percorrere e da idea che il getto insegua la propria luce producendo una sovrastima della velocità.

Combinando i dati di Hubble e dei radiotelescopi gli astronomi sono riusciti a misurare una velocità di GW170817 pari al 99,97% la velocità della luce, e pubblicato i lo studio su Nature.

Questi dati rafforzano la presunta connessione tra le fusioni di stelle di neutroni e lampi di raggi gamma corti. I modelli prevedono infatti, la genesi di un getto in rapido movimento come quello osservato.

Questa esplosione ha segnato il primo rilevamento di onde gravitazionali e di radiazioni su un’ampia gamma dello spettro elettromagnetico su una fusione di stelle di neutroni. Combinando i diversi segnali, detti “messaggeri”, l’evento ha spianato la strada all’astronomia multi-messaggio e all’analisi del Dominio del Tempo.

Queste misurazioni saranno utili, unite a successive indagini su nuovi campioni, per rilevare il tasso di Espansione dell’Universo e colmare la discrepanza tra i valori della Costante di Hubble, stimati per l’universo primordiale, e il vicino universo, uno dei più grandi misteri dell’astrofisica odierna.

 

Immagine in apertura: illustrazione che mostra i nuclei di due stelle di neutroni, le onde gravitazionali prodotte, che disturbano il tessuto spazio tempo, e il getto di radiazioni – Crediti: Nasa’s Goddard Space Flight Center / Paul Morris