Artemis I partirà il 29 agosto. Poche ore fa la Nasa ha confermato il via alla missione con il lancio previsto dallo spazioporto JFK a Cape Caneveral in Florida. La finestra di lancio, che avrà una durata di circa due ore, si aprirà alle 14.33 (ora italiana).

Stamattina la conferenza stampa dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha illustrato il contributo europeo alla missione.

«L’Europa sta andando sulla Luna! E’ un evento storico, immenso: la prima volta per l’Europa.» così Josef Aschbacher, direttore generale dell’Esa, ha dato il via all’incontro con la stampa. «La maggior parte di noi e degli esperti coinvolti in quest’occasione memorabile sono stati ispirati dall’allunaggio del 1969. Per noi è importante ispirare i Paesi e le industrie della prossima generazione».

L’Europa ha sempre collaborato in modo stretto con la Nasa, ma è la prima volta che ha un incarico cruciale all’interno di un programma: lo European Service Module (Esm) che porterà la capsula Orion destinata all’equipaggio sia verso Luna che verso la Terra in fase di rientro. L’Italia in particolare, che è il secondo maggiore contribuente Esa al programma spaziale, ha costruito la struttura principale dell’Esm, ma anche quella secondaria: fornirà ossigeno e acqua all’equipaggio e la regolazione termica con pompe e radiatori.

«La nostra capacità di realizzare di un modulo così complicato e sofisticato segna anche un passaggio fondamentale per qualcosa di più grande che ci coinvolge direttamente nel servizio di trasporto verso la Luna – ha detto David Parker, direttore Esa per l’Esplorazione Umana e Robotica – Nel 2019 è stata lanciata l’iniziativa del Gateway lunare per cui siamo pronti a dare un sostegno determinante. Questo sarà deciso però nella Ministeriale di novembre. Intanto, la passione e la dedizione con cui stiamo lavorando, dovranno servire da ispirazione per la prossima generazione».

Anche Jean-Marc Nasr, vicepresidente esecutivo dell’Airbus Space Systems che ha come motto “Il cielo non ha limiti, con orgoglio siamo al centro del ritorno sulla Luna”, preme il tasto dell’ispirazione: «Guarderò il lancio con amici, colleghi e famigliari con la stessa emozione di quando avevo 9 anni e stavo davanti alla televisione a guardare l’allunaggio». Nasr ha spiegato che il contratto per l’Esm prevede la consegna di un modulo all’anno.

L’European Service Module è stato progettato, sviluppato e realizzato in dieci anni, «un capolavoro della tecnologia – ha detto Marc Steckling, responsabile Airbus of Space Exploration – anche perché torniamo sulla Luna per rimanerci. Sono fiero di come abbiamo collaborato come squadra di persone, non tanto come americani o europei».

Sono state comunque tante le domande sui singoli contributi di ogni Paese, segno, secondo Aschbacher, di quanto ognuno desideri far parte di quest’avventura “straordinaria”. «Non dimentichiamo che abbiamo tante altre missioni che fanno parte del programma di esplorazione spaziale; che si tratti della Luna, della Stazione Spaziale Internazionale o di Marte, ci sarà spazio per tutti. – ha precisato il direttore generale – Nel frattempo, i Paesi che fanno parte dei 22 Stati Membri e che non stanno dando un contributo diretto ad Artemis, sono comunque coinvolti e tutti ne beneficeranno: basti pensare allo sviluppo scientifico e tecnologico e ai benefici della cooperazione internazionale».

Ricordando quanto sia importante la leva dell’ispirazione, Aschbacher ha menzionato l’unico astronauta della Danimarca, Andreas Mogensen, che si sta preparando per una missione di lunga durata sulla Iss.

Per quanto riguarda invece gli astronauti che saranno coinvolti nelle missioni Artemis, ancora non c’è una data per la comunicazione ufficiale dei nomi; tuttavia l’attesa sarà breve poiché devono iniziare quanto prima l’addestramento.

E infine, perché bisogna esplorare la Luna? «E’ un museo. Su di essa è impressa la storia del nostro Sole e sicuramente anche della Terra, qualora si fosse formata secondo la teoria dell’Impatto Gigante – ha risposto Parker – La Luna è un sito scientifico, un posto fantastico dove fare scienza».

Tra i contributi italiani al programma Artemis, ricordiamo Argomoon, l’unico satellite europeo, tra i dieci in partenza, che avrà il compito di riprendere immagini sul corretto funzionamento del nuovissimo lanciatore: lo Space Launch System (Sls).

 

Immagini: in apertura i relatori della conferenza stampa; seconda foto, il team dell’Esm; terza foto: contributo dei singoli stati europei al programma Artemi I.