A tre settimane dal suo storico debutto fotografico, il telescopio James Webb incanta la platea dei suoi fan con un nuovo ‘scatto d’autore’: questa volta il soggetto ritratto è la galassia Ruota di Carro (Cartwheel Galaxy), che deve il soprannome proprio al suo singolare aspetto. Il Webb, con la sua capacità di osservare nell’infrarosso, ha svelato particolari inediti della Ruota.
Situata nella costellazione dello Scultore, a circa 550 milioni di anni luce di distanza dalla Terra, la galassia, che ricorda effettivamente la ruota di un carro con tanto di raggi, è stata spesso oggetto di osservazioni con telescopi di terra e spaziali, tra cui Hubble. La presenza di due strutture circolari ha indotto gli astronomi a definire la Ruota come ‘galassia ad anello’. Questa entità, classificata nei cataloghi astronomici come Eso 350-40, Leda 2248 e Iras 00352-3359, misura grossomodo 150mila anni luce di diametro e ha una massa pari a circa 3 miliardi di volte quella del Sole.
La galassia deve il suo aspetto a un evento traumatico, avvenuto in un remoto passato: un ‘tamponamento’ ad alta velocità tra un’ampia galassia a spirale e una sua ‘collega’ più piccola. Collisioni di questo tipo provocano pesanti cambiamenti nella forma e nella struttura dei soggetti coinvolti, unitamente a vari eventi minori che si susseguono a cascata dopo l’impatto. Le due strutture circolari della Ruota, ad esempio, sono ancora in espansione dopo la collisione e si muovono proprio come avviene in uno specchio d’acqua quando vi viene gettato un sasso.
Il nucleo scintillante della galassia contiene un’immensa quantità di polveri e le sue aree più luminose ospitano ammassi stellari giovani e di grandi dimensioni. L’anello esterno è caratterizzato dalla presenza di supernove e di nursery stellari: infatti, nel corso del suo processo di espansione, esso si scontra con il gas circostante e dà il ‘la’ a nuovi astri.
La presenza massiccia delle polveri aveva sinora impedito di scrutare a fondo la Ruota, ma non è stata un ostacolo per il Webb. Per esempio, la sua fotocamera NirCam – in grado di osservare nel vicino infrarosso da 0,6 a 5 micron – ha potuto rilevare la presenza di un maggior numero di stelle rispetto alle osservazioni condotte nella luce visibile; i baby astri dell’anello esterno, infatti, tendono a essere oscurati dalla polvere. I dati di NirCam, rappresentati dai colori blu, arancione e giallo, sono stati in grado di evidenziare anche le differenze tra le varie generazioni di stelle.
Inoltre, con lo strumento Miri, il telescopio è riuscito a scoprire alcuni dettagli sulle polveri di questa galassia: i dati, rappresentati dal rosso, svelano la presenza di aree ricche di idrocarburi e altri composti chimici e di polveri di silicato, come quelle presenti in buona parte sulla Terra. Queste aree costituiscono in pratica i raggi della ruota e nella nuova foto sono particolarmente evidenti rispetto a precedenti immagini (come quella realizzata da Hubble nel 2018).
I dati raccolti dal Webb mostrano che la Ruota si trova in una fase piuttosto transitoria e che continuerà a trasformarsi: grazie alle informazioni ottenute dal telescopio, gli astronomi hanno avuto un quadro più esaustivo del passato di questa galassia e potranno delineare con più accuratezza quale sarà il suo futuro.
Crediti immagine: Nasa, Esa, Csa, StSci – A questo link la foto nel formato originale