Le precise misurazioni di Hubble e la grande quantità di dati raccolti, hanno fatto emergere una discrepanza nelle misurazioni del tasso di espansione misurato nell’universo locale rispetto alle osservazioni indipendenti effettuate subito dopo il Big Bang, che prevedono un diverso valore di espansione.

La causa di questa discrepanza rimane un mistero anche se i dati di Hubble, che comprendono una varietà di oggetti cosmici che fungono da marcatori di distanza, supportano l’idea che qualcosa di strano stia accadendo, forse coinvolgendo una fisica nuova di zecca.

«Si sta ottenendo la misura più precisa del tasso di espansione per l’universo», ha detto il premio Nobel Adam Riess dello Space Telescope Science Institute (STScI) e della Johns Hopkins University di Baltimora, nel Maryland.

Riess guida una collaborazione scientifica che studia il tasso di espansione dell’universo chiamata SH0ES, che sta per Supernova, H0, per l’equazione dello stato dell’energia oscura.

Il telescopio spaziale Hubble è stato costruito, con le migliori tecniche proprio per studiare questo genere di fenomeni ed ha fornito nei suoi trent’anni di attività una dimensione del campione per il quale ci vorrebbero altri 30 anni di vita di Hubble per raddoppiare la dimensione ottenuto finora, ha dichiarato Riess.

Il nuovo studio del team guidato dal premio Nobel, sarà pubblicato sul numero Special Focus di  The Astrophysical Journal,  e riporta il completamento del più grande e probabilmente ultimo importante aggiornamento sulla costante di Hubble.

Il perseguimento del tasso di espansione dell’universo iniziò nel 1920 con le misurazioni degli astronomi Edwin P. Hubble e Georges Lemaître. Nel 1998, questo ha portato alla scoperta di “energia oscura”, una misteriosa forza repulsiva che accelera l’espansione dell’universo. Negli ultimi anni, grazie ai dati di Hubble e di altri telescopi, gli astronomi hanno confermato la discrepanza nella misurazione dell’espansione dell’universo ma non hanno ancora risposte. Quello che è stato accertato grazie al grande lavoro ottenuto con le osservazioni del telescopio spaziale Hubble, sono i dati della costante di Hubble, un numero molto speciale: «Può essere usato per infilare un ago dal passato al presente per un test end-to-end della nostra comprensione dell’universo. Ciò ha richiesto una quantità fenomenale di lavoro dettagliato “, ha detto la dott.ssa Licia Verde, cosmologa presso l’ICREA e l’ICC-Università di Barcellona, parlando del lavoro del team SH0ES.

Il team ha misurato 42 dei marcatori di supernova con Hubble. Poiché hanno registrato esplosioni di supernove con un ritmo di circa uno all’anno, Hubble ha registrato il maggior numero possibile di supernove per misurare l’espansione dell’universo, fornendo al team un campione completo di tutte le supernove accessibili al telescopio Hubble viste negli ultimi 40 anni.

In apertura: una raccolta di 36 immagini del telescopio spaziale Hubble della NASA che  presenta galassie che ospitano sia variabili Cefeidi che supernove. Questi due fenomeni celesti sono entrambi strumenti cruciali utilizzati dagli astronomi per determinare la distanza astronomica e sono stati utilizzati per perfezionare la nostra misurazione della costante di Hubble, il tasso di espansione dell’universo. Crediti: NASA, ESA, Adam G. Riess (STScI, JHU).