Una regione dal nome ‘esotico’ che può fornire utili indizi per comprendere la transizione tra le diverse fasi della storia di Marte, ovvero per cogliere il periodo in cui il pianeta è passato da un clima caldo e umido alla condizione attuale, in cui è freddo e asciutto: si tratta di Glen Torridon, una zona situata all’interno del cratere Gale, l’area dove il rover Curiosity della Nasa è atterrato il 6 agosto 2012.
La regione, che rientra tra gli obiettivi primari della missione esplorativa del veicolo, potrebbe essere un concreto e tangibile esempio di lago marziano “prosciugato”.
Ipotesi che, stando a quanto emerge da un recente studio pubblicato su Journal of Geophysical Research Planets, ha avuto un’importante conferma grazie ai dati raccolti dal rover; informazioni che, di conseguenza, potrebbero rafforzare anche la teoria secondo la quale Marte, in passato, fosse effettivamente abitabile.
In particolare – come spiega Patrick Gasda, ricercatore dello Space and Remote del Los Alamos National Laboratory – attraverso l’analisi dei dati raccolti dalla ChemCam di Curiosity, si potrà comprendere in che modo – e quando – è avvenuta la trasformazione climatica del Pianeta Rosso; infatti, la ChemCam (Chemistry and Camera complex), che si compone dei due dispositivi Libs (Laser Inducted Breakdown Spectroscopy) e Rmi (Remote Micro Imager), ha la funzione di acquisire immagini ad alta risoluzione delle aree di campionamento delle rocce e del suolo, nonché informazioni circa la loro composizione chimica.
A tal proposito, la ChemCam ha rilevato la presenza di noduli rotondi e scuri nelle rocce (caratteristica simile alle rocce lacustri della Terra); inoltre, i ricercatori avrebbero notato anche delle venature scure e bianche, composte per lo più da ferro, nichel, zolfo, manganese e fluoro.
In particolare, la presenza del fluoro suggerisce che sotto la superfice di Marte, in passato, fossero presenti anche sistemi idrotermali – simili a quelli terrestri – e che, con ogni probabilità, possono essere stati una culla di molecole organiche complesse.
In alto: Campione roccioso (chiamata “Ben Hee”) ripreso dalla ChemCam di Curiosity.
Crediti immagine: Nasa/Jpl-Caltech/Msss/Lanl/Irap-Cnes.