Continuano anche nello spazio le conseguenze del conflitto russo-ucraino. Dopo la sospensione del programma ExoMars e dei voli previsti a bordo di lanciatori Soyuz, adesso la rottura delle collaborazioni con la Russia sembra giungere anche sulla Stazione spaziale internazionale.
Fino ad oggi la casa orbitante era rimasta una delle poche ‘zone franche’ del conflitto, e la convivenza di astronauti e cosmonauti sulla Iss era continuata come previsto.
Situazione che però potrebbe cambiare, secondo quanto afferma Dmitry Rogozin. Già qualche giorno fa il numero uno di Roscosmos aveva dichiarato un’imminente uscita dalla collaborazione internazionale della stazione, in caso non fossero state ritirate entro fine marzo le sanzioni imposte alla Russia.
Scenario che come sappiamo non si è verificato: per questo lo scorso 2 aprile, in una serie di tweet, Rogozin ha detto che Roscosmos sta appunto valutando l’uscita dalla Iss. Non si tratta però di una decisione già presa, come hanno riportato alcuni media, né di uno scenario che sembra potersi realizzare in tempi così rapidi.
E infatti Rogozin torna a insistere sulle sanzioni: «Ritengo che il ripristino delle normali relazioni tra i partner della Stazione Spaziale Internazionale e altri progetti congiunti – ha scritto su Twitter – sia possibile solo con la completa e incondizionata revoca delle sanzioni».
Mentre il leader di Roscosmos resta per ora vago sugli eventuali termini di uscita della Russia dalla stazione. «Proposte specifiche di Roscosmos – ha aggiunto – sui tempi per porre fine alla cooperazione sulla Iss con le agenzie spaziali di Stati Uniti, Canada, Unione Europea e Giappone saranno presentate all’amministrazione del nostro Paese nel prossimo futuro».