È consuetudine a fine anno tracciare un bilancio. Lo facciamo personalmente e lo fanno tutte le aziende o enti o istituzioni che hanno un bilancio da tracciare. Ma se quello economico è vincolante, quello sulle cose fatte ha un margine di discrezionalità. E meno male che ce l’abbia.
In questo bilancio per Asi, comporrò una hit parade, assolutamente discrezionale, ma che mi auguro vada a contemplare i dieci avvenimenti più importanti per la realtà spaziale italiana. Sono sicuro che attirerò qualche critica, anche se benevola, su qualche tema su cui avrei dovuto soffermarmi, e per questo credo opportuno illustrare le modalità di selezione degli avvenimenti: la centralità dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Tre di questi “hits” fanno parte delle classifiche internazionali stilate da Science e Nature. Marte, Gaia e il neutrino.
Iniziamo da Marte, o meglio dal radar Marsis. Installato a bordo della sonda dell’Esa, Mars Express, è stato realizzato dall’ASI, ideato dall’Università di Roma la Sapienza, costruito industrialmente da Thales Alenia Space, il tutto in collaborazione del Jpl della Nasa. Un radar che aveva l’obiettivo di sondare in profondità il pianeta rosso, sicuri i loro ideatori e realizzatori che avrebbe riscontrato la presenza di acqua, una presenza fortemente ipotizzata ma non ancora provata. Ci sono voluti 15 anni ma alla fine i ricercatori di Inaf, Uniroma3 e Asi hanno firmato un paper accettato da Science che confermava la presenza di un lago salato sotto la superficie di Marte a conferma di un passato acquoso stile Terra. La scoperta è valsa anche un passaggio a Stoccolma in occasione del Nobel, anche se non il prestigioso riconoscimento.
Proseguiamo con i neutrini. Oggetti misteriosi, privi di massa o quasi, che a secondo delle interazioni che hanno nel loro viaggio cosmico, si modificano in particelle diverse. Sono messaggeri cosmici importanti, perché provengono anche dall’universo lontano. E se nel 2017 abbiamo salutato l’astronomia multimessaggero cogliendo le prime onde gravitazionali, fino ad allora ipotizzate ma non provate, il 2018 ha messo insieme neutrini e gamma ray burst, poca massa e carica elettrica praticamente nulla, con l’enorme energia che sprigionano eventi cosmici inimmaginabili. Un altro passo avanti per conoscere meglio il nostro universo.
Ma non basta conoscere il nostro universo, dobbiamo anche conoscere parte di esso, e in particolare la nostra casa, la galassia dove il nostro sistema solare dimora, la Via Lattea. Destinato al suo studio un satellite europeo, dell’Esa, Gaia, a caratterizzazione decisamente italiana, con un coinvolgimento dell’Istituto nazionale di astrofisica, dell’Asi e dell’industria italiana che conferma il ruolo primario nel settore del nostro paese. Gaia sta raccogliendo informazioni delle 200 miliardi di stelle che compongono la nostra galassia. E nell’anno è stata pubblicata la prima raccolta nella storia umana di 2 miliardi di stelle. C’è ancora molto da fare ma le premesse sono promettenti.
Rimanendo nell’ambito della nostra galassia stringiamo la vista sul nostro sistema solare. Il 2018 è stato l’inizio di una missione europea molto attesa, che porta un nome prestigioso, italiano, Bepi Colombo, in onore di Giuseppe Colombo. Destinazione e obiettivo Mercurio, il pianeta più prossimo al Sole. Tanta Italia anche questa volta.
Questo è un avvenimento a cavallo tra l’anno passato e quello che tra poco ore giungerà. Si tratta della missione Beyond dell’Esa, la seconda della sua carriera dopo quella Asi Volare. L’astronauta è Luca Parmitano che ha presentato la sua missione a Roma nel giorno del suo compleanno, prima presso la sede dell’Esa di Esrin (Frascati) poi in Asi dove è stato proiettato in anteprima in Italia il documentario Eva 23 che lo vede primo protagonista. Il 2019 lo vedrà di nuovo tra le news dell’anno con il lancio a luglio, nei giorni dei 50 anni dalla conquista umana della Luna.
E se nel 2017 ne si dette l’annuncio in occasione del Grand Finale della sonda Cassini, nel 2018 l’antenna di radioastronomia dell’Inaf di san Basilio in Sardegna ha iniziato ad operare nel Deep Space Network della Nasa, per il controllo e la gestione delle sonde in viaggio o operative nel sistema solare, grazie al Sardinia deep Space Antenna dell’Asi. Per ora è ancora in fase di collaudo (commissioning) ma a breve sarà pienamente operativo. Si è fatto le prime ossa con la sonda Nasa Mars Insight.
Negli ultimi anni la fisica quantistica è diventato pane quotidiano. In realtà è tema di studio dai tempi di Einstein o giù di lì, ma negli ultimi anni si è cominciato a cercare di applicare le particolarità di questa parte della fisica. In particolare, nelle comunicazioni. E l’Italia, l’Asi, ha investito nel settore, dedicandogli il centro di Geodesia di Matera, non in esclusiva sia chiaro, e guadagnando insieme al Cnr uno dei finanziamenti dedicati dall’UE.
Tra i 10 avvenimenti che hanno caratterizzato per l’Asi e il mondo spaziale il 2018 non si può tralasciare il cambio della guardia al vertice dell’Agenzia. I cambi ai vertici fanno parte del contingente, lo spazio e l’Asi della storia del paese.
E in riferimento alla storia del paese è quindi conseguente che nel 2018 l’Agenzia spaziale italiana ha celebrato i 30 anni dalla sua fondazione ricordando, nell’occasione, i 50 anni di storia che hanno caratterizzato il ruolo del nostro paese nel settore spaziale.
E nello stesso anno un’altra celebrazione l’Italia e l’Asi ha festeggiato: i 20 anni della Stazione spaziale internazionale. Progetto mondiale spaziale unico nel suo genere a cui l’Italia ha dato un contributo fondamentale, non solo dal punto di vista strutturale, oltre il 40% della stazione nel suo volume pressurizzato è stato costruito in Italia, che scientifico.
Ovviamente lo spazio e l’Asi è molto di più. Questa lista, come per Science e Nature, è solo la punta di un iceberg. Un iceberg composto da centinaia, migliaia di persone che permettono di ottenere simili risultati. Risultati che hanno un solo beneficio: il nostro futuro.