A un milione e mezzo di chilometri dal nostro pianeta, il James Webb Space Telescope è sbocciato come un fiore, dispiegando i suoi specchi esagonali e preparandosi a rivoluzionare l’astronomia a infrarossi. Il telescopio spaziale tecnologicamente più avanzato della storia sta adesso completando gli ultimi passaggi di allineamento dei suoi specchi, fase che sta proseguendo correttamente. E si prepara a dare ufficialmente il via alla sua avventura scientifica.

Il Webb è partito il 25 dicembre 2021, spinto nello spazio da un razzo Ariane 5 dalla base Esa di Kourou – un lancio monitorato con successo anche dalla base di Malindi in Kenya dell’Agenzia Spaziale Italiana.  E dopo il Natale più entusiasmante di sempre, almeno per chi ha dedicato al telescopio anni e in molti casi decenni di lavoro, si sta per avvicinare l’emozione più grande: l’inizio della scienza del Webb.

Frutto della collaborazione tra le agenzie spaziali statunitense, europea e canadese, il Jwst vede anche un importante contributo dell’Italia per quanto riguarda gli esperimenti scientifici. Delle oltre mille proposte ricevute alla fine del 2020, solo 266 sono state approvate. Di queste, 9 sono a guida italiana, e in particolare una dell’Università Bicocca di Milano, una della Scuola Normale di Pisa e sette dall’Istituto Nazionale di Astrofisica.

l’Italia partecipa anche a circa altri 40 progetti scientifici del Webb, con un importante contributo soprattutto per quanto riguarda l’osservazione degli esopianeti – mondi distanti tra cui cercare possibili candidati adatti a ospitare la vita.

Non resta dunque che attendere l’estate 2022, per guardare finalmente attraverso la nuova finestra sul cosmo aperta dal Webb. Oltre ogni limite fino ad oggi immaginabile.

 

Approfondimento con intervista video a Barbara Negri, Responsabile dell’Unità Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Asi, e Adriano Fontana, Dirigente di Ricerca Inaf – Osservatorio Astronomico di Roma.

Guarda la puntata precedente – L’Italia del Webb #1: Il primo contatto