L’11 marzo scorso il team del Webb ha completato la procedura di allineamento nota come fine phasing. In questa fase chiave della messa in servizio dell’elemento del telescopio ottico di Webb, ogni parametro che è stato controllato e testato ha prestazioni pari o superiori alle aspettative.

Il team, inoltre, non ha riscontrato problemi critici e nessuna contaminazione misurabile o blocchi al percorso ottico di Webb. L’osservatorio è in grado di raccogliere con successo la luce da oggetti distanti e consegnarla ai suoi strumenti senza problemi.

In questa fase dell’allineamento dello specchio di Webb, noto come ‘fasatura fine’, ciascuno dei segmenti dello specchio primario è stato regolato per produrre un’immagine unificata della stessa stella utilizzando solo lo strumento NirCam. Lo scatto (immagine in apertura) ritrae la 2Mass J17554042+6551277 e utilizza un filtro rosso per ottimizzare il contrasto visivo.

Sebbene manchino mesi prima che il Webb fornisca la sua nuova visione del cosmo, il raggiungimento di questo traguardo è la riprova che il sistema ottico del telescopio funziona alla perfezione.

«Più di 20 anni fa, il team Webb ha deciso di costruire il telescopio più potente che chiunque abbia mai messo nello spazio e ha escogitato un progetto ottico audace per soddisfare gli obiettivi scientifici più ambiziosi», ha affermato Thomas Zurbuchen, amministratore associato per la missione scientifica della Nasa Direzione a Washington

Mentre alcuni dei più grandi telescopi terrestri sulla Terra utilizzano specchi primari segmentati, Webb utilizza questa tecnologia per la prima volta nello spazio. Lo specchio principale da 6,5 metri – troppo grande per stare all’interno di una carenatura del razzo – è composto da 18 segmenti esagonali di specchio in berillio. E’ stato quindi ripiegato per essere alloggiato nel sistema di lancio, per poi essere dispiegato nello spazio. Si tratta di un’operazione estremamente critica, in cui la disposizione degli specchi è stata regolata al nanometro per formare un’unica superficie speculare.

«Oltre a consentire l’incredibile scienza che Webb raggiungerà, i team che hanno progettato, costruito, testato, lanciato e ora gestiscono questo osservatorio, hanno aperto la strada a un nuovo modo di costruire telescopi spaziali», ha affermato Lee Feinberg, responsabile degli elementi del telescopio ottico Webb presso Goddard Space Flight Center della Nasa a Greenbelt, nel Maryland.

Conferma del successo dell’operazione è arrivato anche dal selfie realizzato dal Webb e creato utilizzando una lente di imaging all’interno dello strumento NIRCam, progettata proprio per acquisire immagini dei segmenti dello specchio primario anziché immagini del cielo.

Il selfie realizzato con la NirCam. Credits: NASA/STScI

Questa configurazione non viene utilizzata durante le operazioni scientifiche ed è usata esclusivamente per scopi di ingegneria e allineamento. In questa immagine, tutti i 18 segmenti dello specchio primario di Webb sono mostrati mentre raccolgono luce dalla stessa stella all’unisono.

Nelle prossime sei settimane, il team procederà attraverso i restanti passaggi di allineamento prima della preparazione finale degli strumenti scientifici. Il team allineerà ulteriormente il telescopio per includere lo spettrografo nel vicino infrarosso, lo strumento nel medio infrarosso, l’imager nel vicino infrarosso e lo spettrografo senza fessura. In questa fase del processo, un algoritmo valuterà le prestazioni di ogni strumento e quindi calcolerà le correzioni finali necessarie. Successivamente, inizierà la fase di allineamento finale di Webb e il team regolerà eventuali piccoli errori di posizionamento residui nei segmenti speculari.

Queste operazioni dovrebbero concludersi entro l’inizio di maggio, dopodiché il team si dedicherà alla preparazione degli strumenti scientifici. Se tutto procederà secondo i piani, i primi dati e le prime immagini a piena risoluzione del Webb  saranno rilasciati in estate.

Nel frattempo il telescopio Nasa è stato oggetto delle osservazioni di un collega: il satellite Gaia dell’Esa, anch’esso in orbita attorno al punto lagrangiano L2, è riuscito a scovare il Webb e a fotografarlo.

Ognuna delle due immagini è stata creata da poco meno di 1000 fotoni di luce solare provenienti dalla navicella spaziale Webb. ESA/Gaia/DPAC; CC BY-SA 3.0 IGO

Il 18 febbraio 2022, quando i due veicoli spaziali erano a circa 1 milione di km di distanza, Gaia ha puntato i suoi strumenti verso l’enorme specchio del Webb. La fioca luce solare riflessa è stata catturata da Gaia e il Webb appare quindi come un minuscolo puntino luminoso in entrambi gli scatti, visibili nel dettaglio offerto nei due rettangoli verdi.