Scandagliare l’intera volta celeste ogni 6 mesi e fare un salto indietro nel tempo fino al primo secondo dopo il Big Bang. Nel 2025 questo sarà possibile con SPHEREx, l’ultima missione del programma Explorer della Nasa pensata per andare a osservare le origini del cosmo. L’agenzia statunitense ha appena annunciato di aver approvato il progetto finale di questo nuovo campione dell’osservazione dell’universo. Adesso manca solo trasformare il progetto in realtà, e costruire quello che per molti versi sarà un telescopio complementare al Webb.
Entrambi gli osservatori raccoglieranno la luce infrarossa e si baseranno sulla spettroscopia per scomporre la luce nelle sue lunghezze d’onda. Ma mentre Webb studierà con un dettaglio senza precedenti oggetti celesti come gli esopianeti, SPHEREx si concentrerà su una visione d’insieme: la stima, secondo la Nasa, è dell’ordine di grandezza di mezzo miliardo di galassie e centinaia di milioni di stelle.
Completamente diverse anche le dimensioni: lo scudo termico del James Webb Space Telescope è grande quanto un campo da tennis, mentre quello del telescopio SPHEREx misurerà appena 3,2 metri, e il suo specchio primario sarà di appena 20 centimetri di diametro. Abbastanza però per scandagliare il 99% del cielo due volte all’anno, e indagare i processi che hanno dato al cosmo l’aspetto attuale. Tre i quesiti fondamentali a cui SPHEREx cercherà di trovare una risposta: l’origine dell’universo, il processo di formazione delle galassie e l’abbondanza di ghiaccio nelle prime fasi della nascita di stelle e pianeti. Appuntamento al 2025 dunque, per vedere lanciare questa nuova finestra sulle origini del nostro universo.