Nelle regioni più lontane della nostra Via Lattea sono state individuate stelle massicce; si tratta di corpi celesti molto luminosi (a causa delle ingenti quantità di idrogeno che bruciano in brevissimo tempo) e più “giovani” del Sole.
Si ritiene che alcune di queste si siano formate nelle aree più esterne della nostra galassia; altre invece sarebbero in “fuga” e, di fatto, molto distanti dal loro originario disco d’espulsione.

Considerata la giovane età di queste stelle, come è possibile che siano riuscite a percorrere così tanta distanza e raggiungere le aree più remote della galassia? Considerata la notevole distanza che hanno percorso, avrebbero dovuto raggiungere quelle aree con un’età molto più avanzata.

Prendiamo il caso della stella massiccia Hd93521, che si trova ad una latitudine di oltre 1 chiloparsec (poco più di 3200 anni luce) dal piano della Via Lattea.
L’anomala presenza della stella in quell’area è oggetto di studio del team di astronomi della Georgia State University (Douglas R. Gies, Katherine Shepard, Peter Wysocki e Robert Klement), i quali sono riusciti a determinare la massa, l’età e il movimento della stella suddetta, grazie all’impiego del satellite Gaia.

Gaia, sviluppato dall’Agenzia spaziale europea, è un satellite che, destinato ad operazioni astrometriche, proseguirà la sua missione fino al dicembre 2022 (probabilmente, anche fino al 2025).
Il processamento dei dati acquisiti dal satellite è gestito dal Dpac (Data Processing and Analysis Consortium), un consorzio di istituti di ricerca europei.
Degno di menzione è l’importante apporto che l’Italia offre a beneficio della missione; infatti, oltre ad aver contribuito alla realizzazione delle pipeline di analisi e calibrazione dei dati, ospita sul suo territorio uno dei sei Dpc (Data Processing Center).

Hd93521 avrebbe una massa circa 17 volte più grande di quella del Sole e avrebbe circa 5 milioni di anni; ciononostante, analizzando il suo movimento, si è stimato che abbia impiegato circa 39 milioni di anni per raggiungere la posizione in cui si trova. Come è possibile?
Secondo gli astronomi della Georgia State University, come hanno dichiarato in una loro recente pubblicazione su The Astronomical Journal, Hd932521 sarebbe il prodotto della fusione di due stelle molto più “anziane” (ciascuna, in origine, dotata di una massa più bassa).

«Hd923521 probabilmente nacque come una coppia ravvicinata di stelle di massa media che erano destinate a inghiottirsi a vicenda e creare l’unica stella a rotazione rapida che osserviamo oggi», ha dichiarato Douglas R. Gies.
Ipotesi ulteriormente avvalorata dagli studi di Peter Wysocki, il quale starebbe studiando il comportamento di It Librae, una coppia binaria di stelle che sarebbe in procinto di una fusione.

In alto: rappresentazione artistica del satellite Gaia
Crediti immagine: Esa, Medialab