Gli interferometri Ligo e Virgo potrebbero aver rilevato per la prima volta una fusione tra due buchi neri ad orbita eccentrica. Ci riferiamo a GW190521, la più massiccia fusione di buchi neri finora scoperta.

Lo rivela uno studio pubblicato recentemente su Nature Astronomy, condotto da un team di ricercatori provenienti dal Center for Computational Relativity and Gravitation del Rochester Instituite of Technology e dal Dipartimento di Fisica dell’Università della Florida (V.Gayatri, J. Healy, J.Lange, B. O’Rien, M. Szczepanczyk, I. Bartos, M. Campanelli, S. Klimenk, C.O. Lousto e R. O’Shaughnessy).

In passato, la maggior parte delle “fusioni” rilevate da Ligo e Virgo erano prodotte da buchi neri “di prima generazione” formatisi dal collasso di stelle; al contrario, GW190521 sembrerebbe essere il prodotto di un processo di fusione di buchi neri “di seconda generazione” altamente eccentrici (vale a dire una fusione tra buchi neri che, a loro volta, sono il prodotto di una precedente fusione).

Che si tratti effettivamente di una fusione avvenuta in un sistema binario di buchi neri di seconda generazione, lo rivelerebbe la massa stimata di ciascuno dei buchi neri coinvolti, ossia più di 70 volte la massa del nostro Sole; detta massa, supererebbe quella che si registra normalmente in quelli di prima generazione (circa 50 volte la massa del Sole).

«Questo rappresenta un importante progresso nella nostra comprensione di come i buchi neri si fondono», ha affermato Manuela Campanelli (direttrice del Center for Computational Relativity and Gravitation).

In alto: rappresentazione artistica di buchi neri binari (Crediti: Mark Myers, Arc Centre of Excellence for Gravitational Wave Discovery – OzGrav)