Il substrato roccioso su cui si muove il rover Perseverance è stato formato dal magma incandescente. Lo afferma uno studio della Nasa e la scoperta fornisce nuove informazioni sulla composizione morfologica del cratere Jezero, sito di atterraggio del rover. Lo studio è stato presentato nel corso dell’American Geophysical Union Meeting che si sta svolgendo a New Orleans.
Anche prima dell’arrivo di Perseverance su Marte il team scientifico della missione si era interrogato sull’origine delle rocce nell’area. Sono sedimentarie – l’accumulo compresso di particelle minerali eventualmente trasportate in quell’area da un antico sistema fluviale? O forse sono nate da colate laviche che salgono in superficie da un vulcano ormai estinto da tempo?
«Ci siamo interrogati a lungo sull’origine delle rocce – ha affermato Ken Farley, del Caltech di Pasadena – ma poi il nostro strumento Pixl ha dato un’occhiata alla zona abrasa di un masso dell’area South Séítah e tutto è diventato chiaro: la roccia analizzata è composta da un’insolita abbondanza di grandi cristalli di olivina avvolti da cristalli di pirosseno».
La roccia si è formata quando i cristalli si sono depositati all’interno del magma a lento raffreddamento e permetterà agli scienziati di datare gli eventi di Jezero, comprendere meglio il periodo in cui l’acqua era presente sulla superficie e rivelare la storia antica del pianeta.
La campagna multi-missione Mars Sample Return è iniziata con Perseverance, che sta raccogliendo campioni di roccia marziana alla ricerca di antiche forme di vita microscopica. Dei 43 contenitori riposti all’interno del rover, al momento sono sei quelli che, ben sigillati, contengono materiale marziano. Mars Sample Return cercherà di riportare sulla Terra i campioni selezionati per poter permettere agli scienziati di studiarli direttamente dai loro laboratori.
Credit foto e video: Nasa, i campioni raccolti da Perseverance