L’Esa e la Nasa stanno lavorando per la preparazione di Mars Sample Return, una missione che prevede la raccolta di campioni di polvere e rocce marziane e il successivo ritorno sulla Terra per le analisi. I finanziamenti non sono ancora stati approvati, ma le due agenzie hanno discusso la possibilità di lanciare due missioni nel corso del 2026 che dovrebbero recuperare i campioni prelevati da Mars 2020 nel cratere di Jezero. Una volta conclusa l’operazione, le due missioni dovrebbero tornare sulla Terra, nel 2031.
Lo scorso 26 aprile le due agenzie spaziali hanno firmato un accordo per lo studio di fattibilità della missione robotica di sample return. Nel dettaglio, la Nasa dovrebbe fornire un lander mentre l’Esa si occuperà del rover che raccoglierà i campioni e li posizionerà nel veicolo di ritorno, un piccolo razzo, e dell’orbiter che trasporterà il carico sulla Terra. Il piano elaborato dalla due agenzie prevede il lancio del lander della Nasa nell’estate del 2026, seguito in autunno dall’orbiter dell’Esa. Se tutto procederà come previsto, il lander atterrerà nelle vicinanze del cratere di Jezero nel 2028 e rilascerà il rover che raccoglierà i campioni lasciati a terra da Mars 2020 in appositi tubi contenitori.
Secondo gli scienziati impegnati nella preparazione del progetto, lo stesso Mars 2020 potrebbe ancora essere operativo in quel periodo e in tal caso, potrebbe consegnare direttamente i campioni al lander: questa opzione sarebbe valida anche nel caso di problemi con il rover del Mars Sample Return. I prossimi mesi saranno decisivi per l’avanzamento della missione. L’Esa ha invitato le industrie europee ad inviare le proprie proposte per la costruzione dell’orbiter, sulla base di studi già in possesso dell’agenzia. L’incontro decisivo sarà quello dello Space19 + a fine novembre in Spagna, quando verrà presa la decisione in merito al finanziamento anche se l’ultima parola spetta agli Stati membri che si riuniranno subito dopo per il vertice Interministeriale.