Riuscire a sopravvivere in un ambiente proibitivo dove si riteneva che nessun corpo celeste potesse resistere non è da tutti, ma l’esopianeta b Centauri b ci è riuscito e la sua presenza in b Centauri – il sistema stellare binario più massiccio e rovente sinora conosciuto – ha destato grande interesse nella comunità scientifica.
Questo mondo coriaceo è al centro di uno studio appena pubblicato su Nature (articolo: “A wide-orbit giant planet in the high-mass b Centauri binary system”); l’indagine è stata condotta da un gruppo di lavoro internazionale, di cui fanno parte anche ricercatori dell’Inaf-Osservatorio Astronomico di Padova.
Il pianeta è stato osservato dal telescopio Vlt dell’Eso, il cui sensibile strumento Sphere (Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet Research) ha svolto un ruolo di primaria importanza nella realizzazione dell’immagine in alto. Non è la prima volta che b Centauri b viene esaminato da telescopi di terra: quello dell’Eso da 3,6 metri lo aveva già scovato più di 20 anni fa, ma in quel periodo la sua vera natura non era emersa chiaramente.
Il sistema stellare binario b Centauri si trova a circa 325 anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione del Centauro, e la sua massa è pari ad almeno sei volte quella del Sole: una caratteristica da primato, visto che si tratta del sistema più massiccio ad ospitare un pianeta. Fino a questo momento, infatti, nessun mondo era stato individuato intorno ad astri con una massa superiore di tre volte rispetto a quella del Sole.
Secondo il gruppo di lavoro, l’aver trovato un esopianeta in un contesto di questo genere è una novità di grande rilievo che porta a rivedere gli scenari riguardanti le stelle massicce come ospiti planetari. Sistemi come b Centauri sono da primato non solo per la mole, ma anche per le temperature intense: la sua stella principale, classificata come ‘tipo B’, è tre volte più bollente del Sole ed emette in abbondanza radiazioni ultraviolette e raggi X.
Il combinato disposto tra gli elevati valori di massa e calore in questo tipo di stelle ha una notevole influenza sui gas circostanti, che dovrebbero ostacolare la nascita dei pianeti. Gli astri di tipo B, infatti, sono ritenuti ambienti estremi in cui difficilmente si potranno formare mondi di grandi dimensioni. Tuttavia, b Centauri b dimostra che i pianeti possono trovare una modalità di sviluppo in anche condizioni così critiche; questo corpo celeste, dominato da un irraggiamento così forte, presenta un ‘habitat’ aspro e inospitale, in sintonia con quello del suo sistema stellare di riferimento.
Il pianeta, chiamato anche b Centauri (AB)b, ha altri tratti salienti degni di nota. Ad esempio è 10 volte più massiccio rispetto a Giove, il colosso del Sistema Solare: queste dimensioni extralarge rendono b Centauri b uno dei mondi più massicci mai individuati sinora. E anche per l’orbita in cui si muove il pianeta ha fatto le cose in grande: infatti, compie il suo giro intorno alla coppia stellare a una distanza da record (100 volte maggiore di quella tra Giove e il Sole) e forse proprio questa lontananza ne ha decretato la sopravvivenza.
Il gruppo di lavoro conta di proseguire le indagini su b Centuari b con gli aggiornamenti del Vlt e soprattutto con l’entrata in gioco del nuovo telescopio Elt (Extremely Large Telescope) che attualmente è in costruzione nel deserto di Atacama (Cile).
In alto: il pianeta b Centauri b, indicato dalla freccia, e il suo sistema stellare, in alto verso sinistra (Crediti: Eso/Janson et al.)