Il suo look ricorda una gigantesca bolla di sapone dai colori iridescenti e la leggiadria con cui si è mostrata all’obiettivo di Hubble è stata arricchita da arpeggi e altri suoni armoniosi: stiamo parlando di Ngc 7635, conosciuta anche come Nebulosa Bolla, il cui noto ritratto è stato recentemente messo in musica dalla Nasa.
Situata nella costellazione di Cassiopea, ad una distanza di oltre 7mila anni luce dalla Terra, Ngc 7635 è un’enorme nube di gas e polveri illuminata dalla stella che si trova al suo interno. La nebulosa è stata scoperta da William Herschel nel 1787 e ha ‘posato’ più di una volta per lo storico telescopio Nasa-Esa.
La foto sonificata dalla Nasa è stata realizzata nel 2016, in occasione del 26° anniversario del lancio di Hubble; fino a quel momento, il ‘fotografo’ spaziale non era riuscito a inquadrare completamente la Bolla a causa delle sue ampie dimensioni (il diametro misura circa 7 anni luce). Nel 2016, invece, grazie a un collage di quattro immagini scattate dalla Wide Field Camera 3, è stato possibile creare per la prima volta un ritratto completo delle delicate simmetrie di Ngc 7635.
La struttura a bolla di sapone si deve al vigoroso vento stellare proveniente da Sao 20575, l’astro che si vede verso il centro dell’immagine, leggermente spostato a sinistra; la nebulosa è ancora in espansione a causa della sollecitazione di queste raffiche, che spirano a più di 100mila chilometri orari.
Gli astronomi hanno provato ad immaginare quale sarà il destino della Bolla: in base alla velocità con cui la stella consuma energia, hanno stimato che in un arco di tempo compreso tra 10 e 20 milioni di anni essa esploderà come supernova e Ngc 7635 finirà per scoppiare, esattamente come una comune bolla di sapone.
Sao 20575, che non si trova proprio al centro della nebulosa pur avendo dato vita ad una struttura così regolare, ha suscitato l’interesse degli studiosi anche per il fatto di essere circondata da un complesso sistema di nodi cometari. Visibili a destra della stella, i nodi sono dei globi di polveri a forma di mezzaluna con code illuminate e ionizzate dalla stella stessa. Generalmente, i nodi hanno una massa paragonabile a quella della Terra e un’ampiezza che supera quella del Sistema Solare.
Nella sonificazione realizzata della Nasa, procedendo dall’alto verso il basso, i colori sono mappati in base ai toni. Al blu intenso sono abbinati toni più alti, mentre quelli più bassi – associati al rosso e all’arancione – si sentono con maggiore chiarezza all’inizio (verso sinistra) e al centro, in corrispondenza della parte superiore della bolla. Il suono è più o meno forte a seconda della luminosità, mentre le stelle sono rappresentate da lievi rintocchi di campane.
La sonificazione è una metodologia utilizzata di frequente da molti team di ricercatori per presentare temi scientifici in maniera accattivante: la Nasa ne ha realizzate svariate, anche con i dati di altri ‘esploratori’ spaziali, come Chandra e Spitzer. In questo modo, il grande pubblico può accostarsi ai dati utilizzando l’udito, un senso che di solito non viene coinvolto quando si tratta di guardare una foto.
La melodia della Nebulosa Bolla può essere ascoltata qui.
Crediti immagine in alto: Nasa, Esa, Hubble Heritage Team (StSci/Aura)