La festa di Halloween è alle porte e Hubble è già pronto a celebrare la popolare ricorrenza di origine celtica con un’immagine ad hoc. L’oggetto celeste che ha posato per il telescopio ha un look decisamente in tema: si presenta come una sorta di ragnatela fiammeggiante che emerge dalle profondità dello spazio, circondata da un alone sinistro.

Ma in realtà, non c’è nessuna entità minacciosa. A mostrarsi in maniera così eccentrica è soltanto un astro che sta per arrivare al ‘capolinea’: si tratta di Cw Leonis, stella al carbonio della costellazione del Leone che si trova a soli 400 anni luce dalla Terra.

L’astro è circondato da nubi polverose di carbonio, formatesi in seguito all’espulsione dei suoi strati esterni: essi, venendo scagliati nello spazio, arricchiscono l’atmosfera circostante del prezioso elemento che potrà costituire la materia prima di altri corpi e oggetti celesti.

La relativa vicinanza di Cw Leonis offre agli astronomi l’opportunità di approfondire le interazioni tra la stella e il suo turbolento involucro; quest’ultimo, inoltre, presenta una complessa struttura interna che potrebbe essere stata modellata dal campo magnetico della stella. L’espansione del materiale emesso da Cw Leonis è stata ripetutamente osservata da Hubble negli ultimi vent’anni.

I fasci luminosi che partono del ‘cuore’ di Cw Leonis e si irradiano verso l’esterno sono una delle sue caratteristiche più interessanti. La loro lucentezza, in un arco di tempo di 15 anni, è cambiata e gli astronomi ipotizzano che il fenomeno possa essere dovuto a degli spazi vuoti, che lasciano passare la luce attraverso le polveri.

L’arancione intenso sfoggiato dalla stella è dovuto alla sua temperatura di superficie relativamente bassa, mentre la sfumatura verde dei suoi fasci luminosi è stata aggiunta nell’immagine all’infrarosso per effettuare una migliore analisi dell’oggetto tramite il contrasto cromatico; questi raggi, infatti, risplendono a lunghezze d’onda invisibili nel medio infrarosso.

 

In alto: la stella Cw Leonis (Crediti: Esa/Hubble, Nasa, Toshiya Ueta – Università di Denver – e Hyosun Kim – Kasi).