Emerge dallo sfondo scuro dello spazio con il suo aspetto maestoso e sfolgorante, ma dietro a tanta magnificenza si nasconde una situazione turbolenta: si tratta della galassia a spirale Ngc 4666, protagonista del nuovo ritratto di Hubble.
La galassia, scoperta nel 1784 da William Herschel, si trova nella costellazione della Vergine (ad una distanza di circa 80 milioni di anni luce dalla Terra) ed è interessata da processi di formazione stellare molto vigorosi. Le galassie che vivono questi fermenti sono definite starburst e nel caso di Ngc 4666 a innescare il tutto dovrebbero essere state due sue vicine piuttosto invadenti: Ngc 4668 e una galassia nana che contiene pochi miliardi di stelle. Le due entità si farebbero ‘sentire’ su Ngc 4666 con la loro forza gravitazionale.
L’intensa fioritura di nuovi astri ha rivoluzionato il ‘clima’ della galassia che sta vivendo un fenomeno estremo noto come ‘supervento’: un colossale trasferimento di gas che fuoriesce dalla sua luminosa zona centrale e si dirige verso lo spazio. Queste singolari raffiche sono il frutto dei venti che spirano sia da stelle massicce e poco longeve (nate durante lo starburst di Ngc 4666), sia da esplosioni di supernove particolarmente energetiche.
Nell’ultimo decennio ben due supernove si sono verificate all’interno di questa galassia: una nel 2014 e una nel 2019. La stella esplosa nel 2019 era 19 volte più massiccia del Sole.
Il gigantesco flusso di gas che sgorga da Ngc 4666 si estende per decine di migliaia di anni luce ed è caratterizzato da temperature roventi che lo fanno risaltare come un pennacchio luminoso nelle osservazioni radio o nei raggi X. Nella foto dello storico telescopio Nasa-Esa questo dettaglio non è evidente in quanto è stata realizzata nelle lunghezze d’onda del visibile con la fotocamera Wfc3 (Wide Field Camera 3).
(Crediti foto: Sa/Hubble & Nasa, O. Graur; ringraziamenti: L. Shatz)