Il loro nome è piuttosto esotico: sono stati chiamati ‘mini Psyche‘. Si tratta di due asteroidi vicini alla Terra che hanno una composizione simile al più noto fratello maggiore, 16 Psyche, il più grande corpo ricco di metalli del Sistema Solare scoperto nel 1852 dall’astronomo italiano Annibale De Gasparis.

In attesa che l’Unione astronomica internazionale attribuisca un nome definitivo, 1986 DA e 2016 ED85 è la designazione convenzionale dei due corpi celesti osservati dall’Infrared Telescope Facility della Nasa situato alle Hawaii, e oggetti di studio di un gruppo di studenti di scienze planetarie dell’Università dell’Arizona.

La loro peculiarità è la composizione metallica, molto rara negli asteroidi vicini alla Terra (chiamati Near Eath Asteroid, o NEA) che sono prevalentemente carboniosi.

«La nostra analisi mostra che entrambi i NEA sono composti all’85% da metalli come ferro e nichel e al 15% da materiale silicato, che è fondamentalmente roccia», ha affermato Juan Sanchez, coordinatore della ricerca pubblicata sul Planetary Science Journal. «Questi asteroidi sono simili ad alcuni meteoriti di ferro trovati sulla Terra». I risultati della ricerca sono stati messi in relazione con il Canyon Diablo, un raro meteorite ferroso che si schiantò proprio in Arizona circa 49mila anni fa.

Considerati il nucleo di nuovi pianeti in formazione, che a causa di impatti hanno perso il loro mantello, questi corpi ferrosi potrebbero rivelare informazioni sulle origini del Sistema solare. Proprio per questo motivo Psyche, che però si trova nella fascia principale degli asteroidi tra le orbite di Marte e Giove, è oggetto di indagine e obbiettivo dell’omonima missione che partirà il prossimo anno. «Abbiamo iniziato un’indagine della composizione dei NEA nel 2005 con l’obiettivo di identificare e caratterizzare rari NEA come questi asteroidi ricchi di metalli. È gratificante aver scoperto questi ‘mini Psyche’ così vicini alla Terra» ha detto Reddy.

La space economy, moderna frontiera della corsa allo spazio 2.0, già valuta da tempo l’opportunità che ferro, nichel e cobalto possano un giorno essere estratti per il loro utilizzo spaziale o terrestre. Proprio in quest’ottica, la nuova ricerca ragiona anche sul potenziale minerario di 1986 DA: secondo gli scienziati, l’asteroide potrebbe contenere questi tre preziosi metalli in quantità maggiore rispetto alle nostre riserve globali. Per ora si tratta soltanto di ipotesi, ma senza dubbio questi ‘mini Psyche’ potrebbero un giorno diventare interessanti anche nell’ottica di uno sfruttamento cosmico delle risorse.

 

 

Immagine in apertura: asteroide 1986 DA (illustrazione). Crediti: Addy Graham/University of Arizona