E’ trascorsa da poco la notte di San Lorenzo, la notte in cui si è impegnati a guardare il cielo per cogliere la luminosa striscia di una stella cadente. Null’altro che il residuo di una cometa che la Terra incontra una volta l’anno nella sua rivoluzione intorno al Sole. Ma come dimostrato da Giovanni Schiaparelli in poi, questo non è un fenomeno solamente estivo.

I primi giorni di dicembre la Terra passa attraverso l’orbita di Fetonte. Guardando un po’ più su di Orione, nella costellazione dei Gemelli, piccoli frammenti rocciosi dell’asteroide entrano in contatto con la nostra atmosfera, l’attrito li fa diventare incandescenti e creano la nota e suggestiva scia luminosa.

Normalmente è la consistenza delle comete che crea tale effetto. Composte da rocce, polvere e acqua, quando si avvicinano al Sole, il ghiaccio che evapora frantuma la roccia e disegna la coda luminosa. Come può quindi un asteroide, un corpo roccioso privo di ghiaccio, emanare gas e polveri nella sua corsa vicino al Sole? Cosa illumina Fetonte, classificato come oggetto near-earth, che seppur avesse avuto molecole d’acqua intrappolate nella roccia, si sarebbero già esaurite nella sua orbita prossima alla nostra stella?

I ricercatori avrebbero trovato la risposta in un metallo alcalino, il sodio.

«Fetonte è un oggetto curioso che si attiva quando si avvicina al Sole» ha dichiarato Joseph Masiero, scienziato dell’IPAC-Caltech in California e capo dello studio pubblicato su The Planetary Science Journal. «Sappiamo che è un asteroide ed è il corpo progenitore delle Geminidi. Ma non contiene ghiaccio, quindi ci ha incuriosito la possibilità che il sodio, particolarmente abbondante negli asteroidi, possa essere l’elemento che guida questa attività».

Per scoprire se il sodio si trasforma in vapore e fuoriesce dalla roccia di un asteroide, i ricercatori hanno testato i campioni del meteorite Allende, caduto in Messico nel 1969, il più grande tra i meteoriti carbonacei rinvenuti sulla Terra. Formatosi durante i primi giorni del sistema solare, potrebbe provenire da un asteroide simile a Fetonte.

Gli scienziati hanno riscaldato i frammenti del meteorite alla temperatura più alta che Fetonte potrebbe sperimentare avvicinandosi al Sole. «Questa temperatura è intorno al punto in cui il sodio fuoriesce dai suoi componenti rocciosi», ha detto Yang Liu, scienziato del Jet Propulsion Laboratory (JPL) e coautore dello studio. «Così abbiamo simulato questo effetto di riscaldamento nel corso di un ‘giorno’ su Fetonte – il suo periodo di rotazione di tre ore – e, confrontando i minerali dei campioni prima e dopo i nostri test di laboratorio, il sodio è stato perso, mentre gli altri elementi sono stati rilasciati. Ciò suggerisce che lo stesso potrebbe accadere su Fetonte, in accordo con i risultati dei nostri modelli».

Dunque oltre alla presenza di ghiaccio, ciò che distingue un asteroide da una cometa potrebbe essere l’esistenza di altri elementi che vaporizzano ad alte temperature. «La nostra ultima scoperta è che, se le condizioni sono giuste, il sodio può spiegare la natura di alcuni asteroidi attivi, rendendo lo spettro tra asteroidi e comete ancora più complesso di quanto ritenuto in precedenza», ha affermato Masiero.

 

Crediti immagine in apertura: NASA/JPL-Caltech/IPAC