Si presenta con un aspetto pacato ed una luminosità moderata, ma ha delle peculiarità che l’hanno resa un utile termine di riferimento per gli astronomi intenti a studiare le galassie attive: il soggetto che ha posato per il nuovo ritratto di Hubble è Ngc 3749, una galassia a spirale situata nella costellazione del Centauro, a oltre 135 milioni di anni luce dalla Terra. L’immagine è stata realizzata in base alle osservazioni effettuate dal telescopio nell’infrarosso e nell’ottico con la fotocamera Wfc3 (Wide Field Camera 3); per campionare le diverse lunghezze d’onda sono stati impiegati due filtri.
La galassia, scoperta da John Herschel il 21 aprile 1835 e nota anche con i codici Leda 35861 ed Eso 320-8, presenta uno spettro caratterizzato da forti linee di emissione; tale particolare è emerso quando i ricercatori hanno utilizzato la tecnica della spettroscopia per tracciare l’identikit di questa entità. La spettroscopia, che consiste nella suddivisione della luce in arrivo da un oggetto celeste in uno spettro, consente di indagare le caratteristiche della realtà di provenienza. Nel caso delle galassie, questa tecnica permette di risalire a vari dati: tipo, composizione, densità e temperatura dei gas, attività di formazione stellare e persino le dimensioni del buco nero centrale.
Gli astronomi, inoltre, possono dedurre quali processi sono in corso all’interno di una galassia andando a caccia – nello spettro – di specifici segni di emissione derivanti da vari elementi (linee di emissione) oppure di segni di assorbimento da parte di altri elementi (linee di assorbimento). Ad esempio, una galassia in cui risiedono stelle antiche e gli ‘ingredienti’ per forgiarne di nuove sono terminati presenta uno spettro dove prevalgono le linee di assorbimento rispetto a quelle di emissione; se invece lo spettro mostra una situazione contraria, la galassia è popolata da astri giovani ed è in pieno fervore nel crearne altri.
Per quanto riguarda Ngc 3749, essa è caratterizzata da intense linee di emissione e gli addetti ai lavori l’hanno spesso usata come un termine di riferimento negli studi dedicati alle galassie luminose attive, vale a dire dotate di un nucleo galattico attivo (Agn) che emette grandi quantità di radiazioni intense. Rispetto a queste ‘colleghe’ vivaci, però, Ngc 3749 è considerata inattiva e non mostra tracce significative di fermenti nel suo nucleo.