Si trova ad una distanza di circa 2mila anni luce dalla Terra, nella costellazione dell’Orsa Minore, e si sta letteralmente catapultando verso i confini della Via Lattea: la velocista è Lp 40-365, una stella che fa parte di una rara categoria e che ha stuzzicato la curiosità degli astronomi. La categoria in questione è quella dei frammenti di nane bianche massicce, sopravvissuti dopo una violenta esplosione.
L’astro, che sfreccia ad oltre 3 milioni di chilometri orari, è al centro di uno studio di The Astrophysical Journal Letters (articolo: “8.9 hr Rotation in the Partly Burnt Runaway Stellar Remnant Lp 40-365 Gd 492”); l’indagine, svolta da un gruppo di lavoro internazionale, è stata coordinata dal Dipartimento di Astronomia dell’Università di Boston e si basa sui dati raccolti dal telescopio Nasa-Esa Hubble e dal ‘cacciatore’ di esopianeti Tess della Nasa.
Secondo gli studiosi, la causa di una tale velocità è ascrivibile all’esplosione di una supernova cui Lp 40-365 è sopravvissuta: la stella, che quasi certamente sarà in grado di lasciare la Via Lattea, è ancora sospinta dalle forze scatenate da quel drammatico evento.
Analizzando quanto osservato da Hubble e Tess in merito alla luminosità, gli autori del saggio hanno riscontrato che Lp 40-365 – durante la sua corsa sfrenata – sta anche ruotando. In base all’andamento del suo chiarore, gli studiosi hanno determinato che la stella ha un periodo di rotazione pari a sole 9 ore; nel complesso, si tratta di un valore relativamente tranquillo per un oggetto celeste che ha un passato così catastrofico.
Individuare la velocità di rotazione, per un astro di questo genere, è di grande rilievo per cercare di risalire alle sue origini. Gli astronomi hanno indossato i panni dei detective e sono giunti alla conclusione che Lp 40-365 derivi da un sistema binario in cui, ad un certo punto, l’armonia tra i due componenti si è alterata (ad esempio, quando una nana bianca diventa troppo massiccia e perde il suo equilibrio, liberando energia).
In questo antico sistema binario, secondo l’ipotesi formulata dagli scienziati, l’esplosione dovrebbe aver investito ambedue le stelle, che dovevano orbitarsi l’una con l’altra molto da vicino e con grande rapidità.
Questa origine travagliata e la velocità non sono l’unica peculiarità di Lp 40-365: gli astri di questa tipologia hanno una composizione chimica insolita. In generale, le stelle sono ricche di elio e idrogeno, ma le superstiti di un’esplosione come supernova sono costituite essenzialmente di elementi metallici; essi sono un sottoprodotto delle violente reazioni nucleari innescate a seguito del ‘botto’.
L’analisi condotta su Lp 40-365, secondo il gruppo di lavoro, potrà essere utile per studiare altre stelle che hanno alle spalle un passato così turbolento.
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