Nel 2018 l’allineamento dei pianeti Mercurio, Marte, Venere, Giove e Saturno ha permesso di osservare il disco di Plutone completamente illuminato dal Sole, con una precisione mai ottenuta prima. Grazie a questa opportunità unica, che si verifica solo una volta ogni due secoli, gli scienziati sono riusciti a misurare l’effetto di opposizione, che permette di ottenere le più dettagliate e luminose immagini astronomiche possibili. Grazie a questo effetto, è possibile scoprire determinate caratteristiche degli oggetti celesti come quelle riguardanti la loro superficie. Lo studio è stato pubblicato su Geophysical Research Letters. Plutone, in particolare, è difficile da osservare in piena luce per via dell’inclinazione della sua orbita rispetto alla nostra.

Gli astronomi hanno utilizzato il telescopio Palomar di San Diego, California, per osservare Plutone nel luglio del 2018 e del 2019. I primi dati mostrano che il pianeta nano è molto più attivo di quanto ipotizzato in precedenza, una conferma delle informazioni raccolte della missione Nasa New Horizons. I ghiacci di Plutone sarebbero estremamente mobili grazie al processo di congelamento e vaporizzazione. Secondo gli scienziati, la combinazione di osservazioni da terra e spazio è necessaria e permette di avere risultati più precisi nel tempo. 

«Plutone è molto più attivo di quanto pensassimo – afferma Bonnie Buratti del Jet Propulsion Laboratory della Nasa – New Horizons ha visto Plutone in diversi momenti: la combinazione delle sue osservazioni con quelle del telescopio Palomar, effettuate durante l’allineamento dei pianeti, ci permetterà di avere il quadro completo delle sue peculiarità».