Hubble sempre sulla cresta dell’onda. Dopo aver festeggiato 31 anni di spazio con l’immagine di una stella insolita, l’infaticabile telescopio ha osservato un’altra rarità: Pds 70b, un esopianeta delle dimensioni di Giove, ancora in fieri e intento a ‘banchettare’ con il materiale che circonda un giovane astro.

La straordinaria osservazione di Hubble, che ha permesso agli astronomi di approfondire i processi di accrescimento dei pianeti giganti, è al centro di uno studio appena pubblicato su The Astronomical Journal (articolo: “Hubble Space Telescope UV and Hα Measurements of the Accretion Excess Emission from the Young Giant Planet Pds 70 b”).

L’indagine, coordinata dal Dipartimento di Astronomia dell’Università del Texas-Austin, si è basata sui dati raccolti da Hubble nell’ultravioletto. Infatti, la sensibilità del telescopio in questa lunghezza d’onda ha consentito di rilevare le radiazioni del gas rovente, che ricade sul pianeta mentre esso si ‘nutre’. Per effettuare queste osservazioni e realizzare un’immagine di Pds 70B, il team della ricerca ha utilizzato una tecnica innovativa che potrà fungere da apripista negli studi sui primi ‘vagiti’ di questi corpi celesti.

Il gigante in crescita – un ‘fanciullo’ di circa 5 milioni di anni – orbita intorno a Pds 70, una stella nana arancione, che è nota agli studiosi per ospitare altri due pianeti in formazione all’interno di un vasto disco di polveri e gas che la circonda. L’intero sistema si trova nella costellazione del Centauro, ad una distanza dalla Terra pari a 370 anni luce.

Grazie alle osservazioni nell’ultravioletto, per la prima volta il gruppo di lavoro ha potuto misurare direttamente il tasso di crescita della massa di un pianeta; questo mondo lontano ha già messo su un peso considerevole, raggiungendo dimensioni pari a fino a 5 volte la massa di Giove. Il tasso di crescita, da quanto hanno potuto constatare gli astronomi, ha conosciuto ad un certo punto una diminuzione; se tale fenomeno si consolidasse, Pds 70b potrebbe aggiungere alle sue dimensioni soltanto un ulteriore centesimo rispetto alla massa di Giove.

Le osservazioni di Hubble, però, sono come una sorta di ‘istantanea’ della condizione di Pds 70b. Per capire se il suddetto tasso sia effettivamente in calo o meno, occorrerebbero più dati; in ogni caso, gli studiosi pensano che la crescita del gigante sia prossima alla conclusione. Inoltre, l’esopianeta è circondato da un suo disco di gas e polveri, che si sta arricchendo di materiale dal più ampio disco circumstellare; i ricercatori ipotizzano che le linee del campo magnetico si estendano dal disco circumplanetario fino all’atmosfera dell’esopianeta e stiano incanalando materiale sulla sua superficie.

I dati di Hubble, quindi, hanno permesso di aggiungere ai processi formativi dei pianeti giganti nuovi particolari, che potrebbero essere utilizzati proficuamente anche per comprendere come si siano originati i ‘pesi massimi’ del Sistema Solare; ad esempio, Giove potrebbe essersi accresciuto traendo nutrimento da un disco circostante di materiale in caduta.

In alto: elaborazione artistica del pianeta Pds 70b (Crediti: Nasa, Esa, StScI, Joseph Olmsted – StScI)

In basso: Pds 70b nell’immagine di Hubble (Crediti: Joseph DePasquale StScI)