Era il 15 febbraio 2013 quando sopra la città russa di Čeljabinsk una meteora, di circa 15 metri e 10.000 tonnellate, si frantumò causando 1600 feriti per le schegge volanti e i vetri rotti. Da allora è cresciuta la consapevolezza della minaccia rappresentata dai corpi celesti vicino alla Terra.

Oggi entra in scena su questo fronte il nuovo telescopio Test-Bed Telescope 2 (TBT2) , diventando dopo la sua first light -ossia il suo primo sguardo al cielo- a tutti gli effetti operativo nella caccia agli asteroidi minacciosi.
Situato in Cile presso l’Osservatorio La Silla di ESO, l’European Southern Observatory, il telescopio nasce dalla collaborazione con ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, come dimostratore tecnologico.

Parte di uno sforzo inter-organizzativo in corso, che vede l’adesione delle due organizzazioni all’International Asteroid Warning Network, il progetto TBT ha come missione il rilevamento e il monitoraggio di oggetti in rapido movimento vicino al nostro pianeta.

«Per essere in grado di calcolare il rischio posto da oggetti potenzialmente pericolosi nel sistema solare, abbiamo prima bisogno di un censimento di questi oggetti. Il progetto TBT è un passo in quella direzione», commenta Ivo Saviane, direttore dell’osservatorio cileno.

Telescopio da 56 cm, in questa missione TBT2 è affiancato dal suo gemello TBT1, situato nell’emisfero settentrionale presso la stazione ESA a Cebreros, in Spagna.

«L’inizio delle osservazioni di TBT2 a La Silla permetterà al sistema di osservazione di funzionare nella sua prevista configurazione a due telescopi, realizzando finalmente gli obiettivi del progetto», sottolinea Clemens Heese, Direttore della Sezione Tecnologie Ottiche dell’ESA e alla guida del progetto.

Insieme, i due telescopi rappresentano i precursori del progetto Flyeye dell’ESA, rete che scannerizzerà completamente il cielo per identificare le possibili minacce: l’obiettivo è permettere ai ricercatori osservazioni di follow-up, ossia un costante controllo nel tempo, delle orbite di grandi asteroidi, potenzialmente più dannosi.

Alla base di questo monitoraggio vi è un sistema interamente robotizzato basato su tre pilastri: programmazione automatica, controllo remoto in tempo reale ed elaborazione autonoma dei dati.
Il sistema futuro esplorerà di notte il cielo e la mattina seguente invierà dati al Minor Planet Center. Qui verranno sottoposti a controllo costante quegli oggetti con un determinato rischio di impatto.
Il progetto TBT è oggi il banco di prova di questo sistema, con l’obiettivo di convalidare le capacità del software o facendone emergere eventuali necessità o bug.

Il nome Flyeye, in italiano occhio di mosca, identifica la peculiarità dei futuri telescopi su cui la rete di sorveglianza si baserà: assai differenti da quelli tradizionali, essi saranno caratterizzati da una combinazione di più lenti, proprio come gli occhi composti di una mosca, permettendo un campo visivo molto più ampio, dunque una più attenta sorveglianza.

Il primo telescopio ufficiale di Flyeye, frutto di una collaborazione tra Agenzia Spaziale Italiana ed ESA, verrà installato nel 2022 a 1865 metri di altezza, in cima al Monte Mufara in Sicilia, terra dove nel 1801 Giuseppe Piazzi scoprì Cerere, il primo corpo celeste identificato come un asteroide, attraverso l’osservazione del suo movimento.