Questa volta è ufficiale. Si tratta della richiesta formale avanzata dalla International Astronomical Union (IAU) al Comitato delle Nazioni Unite per gli usi pacifici dello spazio esterno -COPUOS- per proteggere l’oscurità del cielo dalla eccessiva luminosità della costellazione Starlink.
La convivenza tra astronomia e satelliti, ha di fatto reso difficile l’osservazione del cielo da Terra, costringendo la comunità internazionale degli astronomi ad avanzare richieste d’intervento alla Space X, la società proprietaria della affollata costellazione Starlink, per ridurre l’eccesso di luminosità.
Malgrado la Space X abbia accolto e provveduto a dotare alcuni dei 1320 satelliti Starlink con il “parasole” VisorSat”, la IAU ha ritenuto l’intervento insufficiente.
Il filmato è stato realizzato dall’archeologo e astrofilo Marco Langbroek 24 ore dopo il lancio, col suo telescopio.
«Questi treni sono belli e impressionanti, ma vogliamo davvero vederli nell’entroterra australiano? In L’Antartide? O nelle oscure regioni del Cile? Probabilmente no?» ha commentato Thomas Schildknecht, vicedirettore dell’Istituto astronomico dell’Università di Berna, Svizzera, che rappresenta la Svizzera nella IAU, durante la conferenza stampa organizzata dall’Agenzia spaziale europea (ESA), in occasione dell’ottava conferenza europea sui detriti spaziali a Darmstadt, in Germania, dal 20 al 23 aprile.
E’ dal 2019 che la comunità internazionale di astronomi lamenta l’impatto rovinoso dei “trenini di satelliti” sulle loro osservazioni. Attualmente la SpaceX ha l’approvazione per lanciare 12.000 satelliti ma conta di lanciarne fino a 30.000.
Ma non è solo Space X a destare preoccupazione tra la comunità di astronomi. Ci sono anche altri operatori come Amazon e OneWeb che stanno inseguendo la Space X e quello che allerta di più, è la velocità di realizzazione e di messa in orbita con la quale le società private provano a rincorrere la Space X.
Motivo di allarme arriva anche dall’ESA per il sovraffollamento di satelliti in orbita bassa. Gli operatori dell’European Space Operations Center di Darmstadt, in Germania, devono condurre manovre correttive, con una media di due interventi ogni due settimane sulla flotta di 20 veicoli spaziali dell’ESA, controllati dal centro, ha affermato Holger Krag, capo del Programma per la sicurezza spaziale dell’ESA, durante la conferenza stampa.
Anche gli esperti di detriti spaziali hanno più volte allertato la comunità spaziale sul deterioramento dell’ambiente orbitale fin troppo disordinato.
La richiesta presentata al COPUOS, di provvedere con l’emanazione di regolamenti, che limitino la luminosità dei satelliti delle mega costellazioni, è solo un primo passo di una complessa problematica che non sarà di facile soluzione.
La corsa che corrobora la new space economy dovrà tenere conto dell’impatto che la commercializzazione delle attività spaziali implica. Sarà necessario tener conto delle diverse posizioni, punti di vista e interessi economici da un lato e del progresso ottenuto grazie all’opera di nuovi attori. La corsa allo spazio, avviata sessanta anni fa, dovrà ripensare regole per una convivenza pacifica e per una maggiore protezione dell’ambiente di conquista.