In tempi di pandemia il distanziamento sociale è la parola d’ordine. Certo non può valere per gli astronauti e in particolare quelli a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Dopo l’ultimo arrivo della capsula Crew Dragon 2 di SpaceX, l’equipaggio dell’ISS è salito al cospicuo numero di 11 astronauti, suddivisi tra NASA, ESA e JAXA. Seppure minore del record assoluto di 13, tale affollamento obbliga l’equipaggio a soluzioni creative di convivenza, soprattutto per dormire.
Sei astronauti occupano le postazioni standard della stazione, quattro cabine nel segmento statunitense, due in quello russo. I comandanti delle missioni Crew 1 e Crew 2 si sono arrangiati, invece, nelle loro rispettive capsule Crew Dragon. I meno fortunati, gli ultimi tre astronauti, si sono dovuti accontentare di sistemazioni di fortuna soprannominate CASA, acronimo che sta per “Crew Alternate Sleep Accommodation”, collocandosi rispettivamente in palestra, nel laboratorio Columbus o chi nel modulo Airlock.
La NASA invece dorme sonni tranquilli, visto che l’affollamento è conseguenza del successo dell’azienda statunitense SpaceX che in pochi mesi ha portato a bordo 8 astronauti e interrotto il monopolio russo dei voli verso la stazione spaziale internazionale.
Credit immagine in evidenza: Nasa