Come ormai da 51 anni il 22 aprile si festeggia la Giornata mondiale della Terra. L’osservazione della Terra dallo spazio, con il monitoraggio costante e ripetuto dei fenomeni di maggiore impatto sull’ecosistema terrestre, è uno strumento efficace al servizio della comunità internazionale.

La Nasa, in occasione della ricorrenza, sottolinea la prospettiva globale che i dati satellitari forniscono agli scienziati, per monitorare fattori come la deforestazione, i cambiamenti climatici e le catastrofi, che influiscono sulle foreste e su altre piante.

Studiare i cambiamenti della vegetazione, principale fonte di energia per  la vita sulla Terra, vuol dire appropriarsi dei processi che impattano sulla qualità dell’aria, sui corsi d’acqua e sul clima.

Utilizzare i dati satellitari a protezione della vegetazione è un vantaggio strategico per intervenire sulle cause che alimentano quei processi d’inquinamento e d’impatto ambientale dell’ecosistema terrestre.

Grazie alla termocamera a bordo del satellite Suomi NPP, gli scienziati della Nasa hanno rilevato ben 1,4 milioni di incendi nell’area amazzonica. Incendi provocati dalle attività umane di deforestazione a vantaggio di colture sempre più intensive.

Il rilevamento a distanza o remote sensing, nasce dalle missioni di conquista dello spazio con astronauti a bordo. Con il programma Gemini della NASA, gli astronauti cominciarono a fotografare la Terra.

In seguito la Nasa capì che le fotografie potevano essere utili per lo studio della geologia e per la ricerca dei minerali sulla Terra, e da questa consapevolezza, nacque il programma dei satelliti Landsat.

Con 87.000 immagini Landsat, nell’arco di quasi tre decenni, gli scienziati della Nasa hanno scoperto che un terzo della copertura del suolo del Canada e dell’Alaska aveva un aspetto diverso nel tempo tra il 1985 e il 2012. Cambiate anche le temperature, più calde con stagioni di crescita più lunghe degli arbusti che diventano più densi nelle tundre erbose.

Oggi il portfolio di strumenti satellitari e di missioni dedicate è vasto e consente di conoscere le connessioni tra i vari processi che avvengono sul nostro pianeta. Un Artico più verde potrebbe ridurre i gas serra nell’atmosfera ma con i satelliti si scopre che un aumento dell’assorbimento del carbonio in quella zona, viene compensato da un declino ai tropici. Temperature globali più calde hanno reso più secca l’atmosfera con meno precipitazioni e più siccità, con conseguente calo della crescita degli alberi e un aumento della mortalità.

Dagli ECOSTRESS per misurare la temperatura delle piante e determinare il loro consumo di acqua e la loro salute, ai modelli meteorologici a supporto della navigazione marittima e aerea, passando per lo studio dello stato di salute dei mari fino a fornire servizi per l’agricoltura, i dati satellitari di osservazione della Terra saranno sempre più centrali nelle politiche di salvaguardia dell’ambiente.

Serbatoi d’informazioni e di conoscenza, i dati satellitari contribuiscono con le diffuse applicazioni quotidiane a rendere più facile la nostra vita su questo pianeta; un pianeta che festeggiamo ogni anno dal 1971 e che richiede sempre più consapevolezza e nuovi comportamenti.

 

In apertura: immagine dell’ampio inverdimento nella vegetazione in Alaska e Canada. Il rapido aumento delle temperature nell’Artico ha portato a stagioni di crescita più lunghe e al cambiamento del suolo per le piante.

Crediti: Goddard Space Flight Center della NASA / Cindy Starr