Non è inconsueto in libreria imbattersi in biografie di figli dedicate al padre o alla madre, spesso figura ingombrante di artista con i pro e i contro che questo comporta per i figli. Figure come Gassman, Tognazzi e recentemente Manfredi. Meno consueto è invece imbattersi in una biografia con simile approccio dedicata ad uno scienziato. E però se andiamo in libreria possiamo imbatterci nell’appena uscito “La zattera astronomica, come sopravvivere a un papà scienziato”, scritto da Giulia Bignami ed edito da Baldini+Castoldi (16€).

Il papà scienziato è Giovanni Fabrizio Bignami, Accademico dei Lincei, Accademico di Francia, una figura di scienziato di indubbia fama, scomparso prematuramente nel 2017 a soli 73 anni. L’autrice è la terza figlia nata dal secondo matrimonio.

In questo suo romanzo mette in luce le molte stranezze del padre, con lei testimone diretto e per la maggior parte vittima delle “passioni” paterne, sostenute, in alcuni casi colpevolmente, dalla madre. Storie a volte tragicomiche, legate in particolare all’infanzia dell’autrice. Sebbene non sia mai messo in dubbio il suo ruolo di scienziato, il quadro che viene fuori del padre non è particolarmente lusinghiero, come non appare sempre edificante il contesto amicale o lavorativo nel quale il padre ha vissuto. E l’autrice qualche sassolino se lo leva, perché vi sono diverse situazioni nelle quali è facile riconoscere alcune figure che hanno fatto parte del mondo di Giovanni (Nanni) Bignami, che però non sembrano sempre riuscite simpatiche, si evince dal romanzo, alla sua “adorata” figlia. Perché Nanni Bignami stravedeva per la figlia.

Insomma l’autrice, come accade spesso in questo genere di opere, fa i conti con il suo rapporto con il padre, che appare non sempre facile, rivendica di aver scelto un percorso didattico diverso da quello astrofisico dei suoi genitori per evitare di essere “la figlia di” e, in alcuni episodi, sottolinea una superiorità intellettuale nei confronti del padre.

Grazie anche ad una scrittura fluida che favorisce una scorrevole lettura, l’autrice rende godibile la propria storia personale, un romanzo aneddotico che, come dice Massimiliano Parente nella sua prefazione, è “…irriverente e dissacrante ma anche irresistibilmente tragicomico”.