Un team di scienziati del Riken Cluster for Pioneering Research ha studiato la composizione chimica di 50 regioni di formazione di dischi protoplanetari nella Nube molecolare di Perseo. Gli astronomi hanno scoperto che, nonostante si trovino nella stessa nuvola, le quantità di molecole organiche complesse contenute nelle diverse zone sono ben diverse. In particolare i dischi giovani ricchi di elementi chimici hanno molecole organiche con composizioni simili. 

Il risultato dello studio, pubblicato su The Astrophysical Journal, solleva una domanda cruciale per la comunità scientifica: i sistemi simili al nostro condividono una chimica comune alla nascita?

Per molto tempo gli scienziati hanno ritenuto che le molecole organiche complesse fossero una rarità nel cosmo. «Oggi abbiamo fatto dei passi avanti negli studi sulla chimica organica al di fuori del Sistema Solare – dice Yao-Lun Yang, ricercatore del Riken Cluster for Pioneering Research – e stiamo esaminando i dischi proptoplanetari nella speranza di determinare come si formano queste molecole, quanto sono comuni e quale impatto hanno sui sistemi planetari».

Sebbene gli scienziati abbiano esaminato i singoli sistemi, ci sono pochi dati comparativi per comprendere queste giovani stelle viste come gruppo. Il team del Riken ha deciso di utilizzare le osservazioni dell’osservatorio Alma dell’Eso, che ha consentito l’analisi dei composti chimici nei dischi protoplanetari. Le osservazioni hanno richiesto più di tre anni per essere completate.

Il gruppo ha esaminato l’emissione di molecole organiche a frequenze specifiche in dischi molto giovani. Hanno analizzato il metanolo e l’acetonitrile, nonché due molecole più grandi, il formiato di metile e l’etere dimetilico. In seguito hanno scoperto che diverse regioni avevano grandi variazioni nelle quantità di metanolo e acetonitrile, anche se l’abbondanza relativa tra le due specie era notevolmente simile. «Con molta probabilità – continua Yang –   esiste un meccanismo di produzione comune di queste due molecole e questo ci dà importanti suggerimenti su come  esse si formano nello spazio». Inoltre, le misure di metilformiato e dimetil etere tendono a essere più elevate rispetto al metanolo nelle regioni più dense. 

«La nostra ricerca – conclude Nami Sakai, dello Star and Planet Formation Laboratory – solleva importanti domande sull’ambiente chimico del Sistema Solare agli albori della sua esistenza. Saremo in grado di rispondere a questo quesito in futuro esaminando l’evoluzione chimica del gas che circonda le giovani protostelle. Speriamo che tale conoscenza sia una base per comprendere l’origine della vita sulla Terra».

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