Apophis non colpirà la Terra nel 2068. L’asteroide – scoperto nel 2004 – è stato analizzato da un team internazionale di astronomi, che ha utilizzato le osservazioni radar per perfezionare la stima della sua orbita ed escludere qualsiasi rischio di impatto tra 47 anni. Nonostante la notevole distanza del suo ultimo flyby, quello della notte tra il 5 e il 6 marzo, a circa 17 milioni di chilometri da noi, gli astronomi sono riusciti ad ottenere un’immagine dell’oggetto e a tracciarne i movimenti. Secondo i dati del Goldstone Deep Space Communications e del Green Bank Telescope, Apophis sarebbe composto da due lobi mentre la sua velocità di rotazione è ancora da definire. Nel 2029 l’asteroide passerà a 32mila chilometri di distanza dalla Terra e sarà visibile agli osservatori situati nell’emisfero orientale del nostro pianeta, senza l’ausilio di un telescopio o di un binocolo. Si tratterà di un’opportunità senza precedenti per gli astronomi, che potranno ottenere una panoramica dettagliata dell’oggetto – una vera e propria reliquia del Sistema Solare – che ormai non rappresenta più un pericolo per il nostro pianeta.