La strada per il ritorno sul nostro satellite è tutt’altro che semplice. Ce l’ha ricordato lo scorso weekend l’ultimo test sui motori dello Space Launch System, il sistema di lancio targato Nasa che dovrebbe portare il prossimo uomo e la prima donna sulla Luna nel 2024. Non tutto è andato come previsto, con lo spegnimento anticipato di uno dei motori, e adesso l’agenzia statunitense sta iniziando a valutare che cosa è andato storto.

Ma se il razzo su cui ha scommesso la Nasa per il nuovo allunaggio dà qualche problema, tutto invece sta andando a gonfie vele per la navicella che trasporterà l’equipaggio. Orion è infatti pronta per volare: pochi giorni fa la Lockheed Martin, a cui è affidata la costruzione della navetta, ha confermato il successo delle ultime fasi di assemblaggio e di test. La capsula è quindi stata ufficialmente affidata al team dell’Exploration Ground Systems della Nasa al Kennedy Space Center.

Qui nei prossimi mesi sarà preparata per il debutto di Artemis I, un volo senza equipaggio programmato entro la fine di quest’anno in cui cruciale sarà il test del modulo di servizio sviluppato dall’Esa con un importante contributo italiano.  Se tutto andrà come previsto seguirà Artemis II, primo volo di Orion con astronauti a bordo, che entreranno in orbita lunare prima di fare ritorno. L’allunaggio spetterà invece ad Artemis III, prima missione a vedere un nuovo equipaggio – le cui selezioni sono al momento in corso – sul nostro satellite.  Certo, perché tutto questo diventi realtà è necessario che ogni tassello funzioni alla perfezione, e questo include ovviamente anche Sls. Ma la Nasa è fiduciosa di riuscire a risolvere i problemi legati al sistema di lancio, rimettendosi così in pari con la sua tabella di marcia lunare.