Si chiama Raven il progetto dell’Università dell’Arizona che combina un rover e un drone concepiti per l’esplorazione delle regioni inaccessibili di Marte. Il progetto ha ricevuto finanziamenti per circa 3 milioni di dollari dalla Nasa e verrà testato in Islanda, per via della somiglianza dei terreni vulcanici del luogo con quelli marziani. Nel dettaglio Raven fornirà la ricognizione necessaria al rover per affrontare il terreno marziano e sarà anche in grado di di raccogliere e restituire campioni di materiale inaccessibili al rover, grazie all’innovativo dispositivo di presa Claw.
Il drone sarà dotato di uno strumento laser per misurare le distanze, lo stesso che ha consentito alla missione Osiris Rex di volare a distanza estremamente ravvicinata dall’asteroide Bennu, per raccogliere campioni di materiale. Raven inoltre avrà con sé una telecamera di imaging iperspettrale che consentirà di vedere la luce di molte lunghezze d’onda ottimizzando le posizioni degli obiettivi da raggiungere. Le tecnologie sviluppate per Raven sono eredi di quelle utilizzate per il drone parte della missione Mars 2020 che atterrerà a febbraio e per Dragonfly, il velivolo ideato per volare nei cieli della luna di Saturno, Titano per studiarne la chimica prebiotica e per verificare la possibilità di esistenza di forme di vita.