Un’entità dalle forme sinuose che ricorda la fauna degli abissi marini: è questo l’aspetto con cui la galassia Ngc 34 si è presentata all’obiettivo di Hubble, che ha realizzato un nuovo ritratto per la sua ricca galleria fotografica.
Ngc 34, scoperta nel 1886 dall’astronomo americano Frank Muller e osservata nello stesso anno dal suo collega Lewis Swift, è una galassia a spirale alquanto insolita e si trova a oltre 270 milioni di anni luce dalla Terra, nella costellazione australe della Balena. Il suo look, secondo gli studiosi, deriva da un evento traumatico avvenuto in un lontano passato: una fusione tra due galassie a spirale piuttosto massicce. I merging fra galassie sono molto frequenti negli ammassi che ne contengono centinaia e addirittura migliaia, mentre sono piuttosto rari quando le galassie sono isolate nelle vastità dello spazio.
Nota anche come Ngc 17, la galassia in questione ha un diametro di circa 165mila anni luce ed è ancora ricca di gas. Ha un nucleo singolo, teatro di un’intensa attività di formazione stellare, da cui si dipartono filamenti e altri elementi curvilinei. Queste strutture si sono formate in seguito al processo di fusione delle due antiche galassie, che ha comportato un’alterazione permanente dei loro bracci a spirale, distorcendoli.
Tuttavia, l’affascinante aspetto ‘marino’ di Ngc 34 non è destinato a durare: la fusione è ancora in corso e, quando sarà terminata definitivamente, la galassia perderà gli attuali tratti distintivi, rientrando nei ranghi.
La doppia catalogazione della galassia, come Ngc 34 e Ngc 17, si deve ai calcoli di Muller e Swift che l’hanno esaminata nello stesso anno. Una lieve differenza (mezzo grado) nelle coordinate delle loro osservazioni ha fatto sì che la galassia fosse considerata come due entità differenti nella prima edizione dello storico New General Catalogue of Nebulae and Clusters of Stars (1988), opera dell’astronomo danese John Dreyer. La discrepanza fu rilevata nel 1900 dallo studioso statunitense Herbert Howe e fu corretta nella seconda edizione del catalogo (1910).