Ha studiato l’universo nell’infrarosso e ha svelato alla comunità scientifica e al grande pubblico nuovi aspetti del cosmo, spingendo il suo sguardo anche oltre il Sistema Solare e la nostra galassia: è l’identikit di Spitzer, il telescopio spaziale della Nasa che dal 30 gennaio scorso è in ‘pensione’. Lanciato il 25 agosto 2003, Spitzer è stato progettato nell’ambito del programma ‘Great Observatories’, insieme ad Hubble, Chandra e Compton; l’intento della Nasa era di esplorare l’universo utilizzando le peculiarità di differenti lunghezze d’onda della luce.

Il telescopio, che deve il suo nome all’astronomo americano Lyman Spitzer, ha lavorato per 16 anni e 5 mesi, superando anche difficoltà tecniche che avrebbero potuto decretarne un ‘pensionamento’ anticipato. La sua prima missione, infatti, giunse al termine nel 2009, quando si esaurì la riserva di elio liquido necessario per gestire due dei suoi tre strumenti (lo spettrografo Irs e il fotometro Mips). Anche se Spitzer aveva già conseguito tutti i suoi obiettivi primari, i tecnici della Nasa decisero di portare avanti la missione utilizzando parzialmente il terzo strumento, la fotocamera Irac; nelle previsioni il telescopio sarebbe rimasto in funzione fino al 2018, ma la sua vita operativa è stata prolungata a causa del rinvio del lancio del telescopio Webb (in programma a marzo 2021).

Al momento della partenza per lo spazio, Spitzer era il telescopio ad infrarosso più all’avanguardia e la sua sensibilità gli ha permesso di studiare numerosi oggetti celesti e di spaziare in vari campi della ricerca astronomica. Il telescopio ha puntato i suoi strumenti su comete e asteroidi nel Sistema Solare e ha anche scoperto – nel 2009 – un ulteriore anello nel sistema di Saturno. Ha inoltre indagato i processi di formazione di stelle e pianeti, l’evoluzione delle galassie dall’antico Universo ad oggi, la composizione della polvere interstellare e si è rivelato un strumento utile per individuare i pianeti extrasolari e caratterizzarne le atmosfere.

Uno dei risultati più brillanti conseguiti da Spitzer è stato la scoperta – nel 2017 – dei sette pianeti di dimensioni simili alla Terra nel sistema della stella Trappist-1. Ad essa si aggiungono l’osservazione (insieme ad Hubble) della galassia GN-z11, la più lontana individuata sinora, e l’aver trovato evidenza di collisioni tra asteroidi in un sistema planetario di recente formazione. Tutti i dati raccolti dal telescopio sono disponibili nello Spitzer Data Archive, che, secondo il team della missione, potrebbe continuare a fornire agli scienziati informazioni interessanti anche in futuro. Il testimone di Spitzer sarà raccolto dal telescopio Webb, che potrà approfondire molte osservazioni compiute dal suo predecessore.