L’asteroide Bennu raggiunge a malapena l’altezza di un grattacielo, e nessuna navicella spaziale aveva mai orbitato attorno a un oggetto celeste così piccolo. Ma nel dicembre 2018, dopo due anni e centouno giorni di viaggio, la sonda Nasa Osiris-Rex ha battuto ogni record raggiungendo Bennu e iniziando il suo studio di quello che secondo gli astronomi è un prezioso resto del giovane sistema solare.
Adesso, a quasi due anni da quello storico incontro ravvicinato con un asteroide, i dati raccolti da Osiris-Rex permettono un tour a 360° di Bennu. È quanto emerge da una rassegna di 6 articoli appena pubblicati su Science e Science Advances, che definiscono con una precisione senza precedenti le caratteristiche geologiche e la composizione dell’asteroide. Tra i risultati di questi studi c’è una dettagliatissima ricostruzione in 3D di Bennu, che rivela dettagli inediti.
Dalla forma complessiva dell’asteroide, che ricorda quella di un diamante, questo modello permette uno zoom su alcune rocce spettacolari come Roc Saxum, più largo di un campo da calcio e ricco di magnetite, oppure Gargoyle Saxum, che come dice il nome ricorda i leggendari mostri alati le cui statue troneggiano sulle cattedrali gotiche.
Svelata anche la diversa composizione dei massi presenti sulla superficie di Bennu, che conferma l’origine violenta dell’asteroide. Come dimostra anche l’eccezionale ritrovamento su Bennu di tracce di un altro asteroide, Vesta.
Si prepara intanto la manovra di touch-and-go, che il prossimo 20 ottobre vedrà Osiris-Rex impegnata nel primo tentativo di raccolta di campioni dalla superficie dell’asteroide. L’identikit di Bennu tracciato dalla sonda Nasa potrebbe quindi molto presto diventare ancora più preciso.