Galassie, ammassi, stelle e supernove protagonisti di un servizio fotografico d’autore: è quello realizzato da Chandra, l’osservatorio a raggi X della Nasa lanciato nel 1999, che, per esaltare alcune caratteristiche dei suoi ‘modelli’, si è avvalso del supporto di altri telescopi. La galleria di ritratti presenta sei soggetti ed è stata ideata per mostrare l’utilità nel combinare dati di differenti strumenti di osservazione per approfondire al meglio le peculiarità di ogni oggetto celeste e i fenomeni che vi si verificano.
Partendo dalla prima fila in alto, da sinistra verso destra, incontriamo la galassia Messier 82, orientata di taglio rispetto alla Terra. La sua posizione fornisce un interessante punto di vista per osservare cosa succede quando si verificano intensi processi di formazione stellare. L’immagine unisce i dati di Chandra per i raggi X (in blu e rosa) e quelli del telescopio Nasa-Esa Hubble per l’ottico (rosso e arancione).
Il cluster galattico Abell 2744 è il protagonista della seconda foto, anch’essa frutto della ‘collaborazione’ tra Chandra e Hubble. Gli ammassi contengono enormi quantità di gas caldo, con temperature di decine di milioni di gradi, che risplendono nei raggi X (l’alone diffuso, in blu). I dati di Hubble nell’ottico sono rappresentati da rosso, verde e blu.
L’ultimo soggetto della prima fila è la supernova Sn 1987A, esplosa nella Grande Nube di Magellano e visibile dall’emisfero sud della Terra dal 24 febbraio 1987. I dati di Chandra (blu) mostrano l’ubicazione dell’onda d’urto della supernova, che interagisce con il materiale circostante, mentre quelli di Hubble (rosso e arancione) evidenziano queste interazioni.
Sempre procedendo da sinistra verso destra, la stella Eta Carinae apre la seconda fila della galleria fotografica. Si tratta di un sistema binario, i cui massicci componenti orbitano molto vicini; gli astronomi ritengono probabile che in futuro Eta Carinae possa diventare una supernova. L’immagine contiene i dati nei raggi X di Chandra (l’alone violaceo) e quelli di Hubble nell’ottico (in bianco) e nell’ultravioletto (azzurro).
A seguire, incontriamo la galassia Ruota di Carro (Cartwheel), che in parte deve il suo aspetto al passaggio – nel mezzo – di una galassia più piccola. Il traumatico evento ha prodotto delle onde d’urto che hanno dato il via ad un’intensa formazione stellare. Anche per questa foto Chandra ha ‘lavorato’ in team con Hubble: in viola i raggi X del gas caldo, in rosso, verde e blu i dati di Hubble nell’ottico che evidenziano le ‘culle’ dei nuovi astri.
Chiude la serie l’Elica (Helix), una nebulosa planetaria formatasi al termine del ciclo vitale di una stella simile al nostro Sole. In questi casi, l’astro morente si espande, lasciando andare gli strati esterni, e il suo nucleo si restringe. La foto, oltre ai dati di Chandra e Hubble, contiene anche quelli di altri due telescopi Nasa, Spitzer e Galaxy Evolution Explorer: in bianco i dati di Chandra, in verde e rosso quelli nell’infrarosso di Spitzer, in blu e arancione quelli nell’ottico di Hubble e in azzurro quelli nell’ultravioletto di Galaxy Evolution Explorer.
Le immagini di Sn 1987 A, di Eta Carinae e della Nebulosa Elica sono state sviluppate nell’ambito del programma Universe of Learning della Nasa, che prevede la collaborazione tra i ricercatori impegnati su varie missioni astrofisiche dell’ente spaziale americano.