CLASSIFICAZIONE DEI CORPI CELESTI/Un nuovo studio, pubblicato su Icarus, sostiene che il ‘re’ della Fascia di Kuiper dovrebbe riottenere il suo status di pianeta
Valeria Guarnieri10 settembre 2018
Era ancora il nono pianeta del Sistema Solare quando New Horizons, il 19 gennaio 2006, iniziò il suo viaggio quasi decennale per incontrarlo. Ma pochi mesi dopo, il 24 agosto, il target della sonda fu retrocesso di status dall’Unione Astronomica Internazionale (Iau), che lo classificò come ‘pianeta nano’. Stiamo parlando di Plutone, che questa volta torna alla ribalta per un recente studio, curato dallo Space Institute dell’Università della Florida, in cui si propone il suo reintegro nel novero dei pianeti del Sistema Solare. La ricerca è stata illustrata nell’articolo “The Reclassification of Asteroids from Planets to Non-Planets”, pubblicata sulla rivista di scienze planetarie Icarus.
Il team della ricerca, guidato dal planetologo Philip Metzger, non ritiene convincente la motivazione per cui la Iau ha retrocesso Plutone. Nel 2006, infatti, gli astronomi della Iau hanno ridefinito i parametri che qualificano un corpo celeste come pianeta; nello specifico, un pianeta deve ‘pulire’ la sua orbita, vale a dire che deve essere la più ampia forza gravitazionale presente in essa. Dato che Nettuno esercita un’influenza gravitazionale su Plutone e che quest’ultimo divide la sua orbita con gas e oggetti ghiacciati della Fascia di Kuiper, gli esperti della Iau hanno optato per la classificazione come ‘pianeta nano’. Quindi, al suo arrivo nell’orbita di Plutone (14 luglio 2015), New Horizons ha analizzato un obiettivo dallo status differente rispetto a quando era partita. Tuttavia, lo studio condotto dall’Università della Florida confuta questa designazione, sostenendo che lo standardutilizzato dalla Iau per definire i pianeti non è supportato dalla letteratura scientifica. Gli autori, infatti, hanno consultato le pubblicazioni degli ultimi 200 anni e hanno trovato un solo studio, risalente al 1802, che classifica i pianeti con lo stesso parametro utilizzato dalla Iau e definito dominanza orbitale.
La Iau, secondo i ricercatori, ha impiegato un concetto che da oltre due secoli a questa parte non è stato più usato per definire gli oggetti celesti per eccellenza della scienza planetaria, estromettendo quello che esperti del ramo considerano uno dei più complessi ed interessanti pianeti del Sistema Solare. Tra l’altro, vi sono oltre 100 esempi recenti relativi all’utilizzo della parola pianeta, da parte dei planetologi, in una modalità che viola la classificazione della Iau ma che è utile da un punto di vista funzionale. Gli autori ritengono che la definizione di un pianeta dovrebbe essere basata sulle sue proprietà intrinseche, piuttosto che su quelle che possono subire dei cambiamenti come le dinamiche di un’orbita, e concludono che Plutone è più vitale di Marte ed è secondo solo alla Terra per la complessità della sua geologia. In ogni caso, dall’arrivo di New Horizons in poi, Plutone è costantemente sulla cresta dell’onda e, come se volesse prendersi una rivincita, continua ad esercitare il suo fascino su comunità scientifica e grande pubblico.