Risiede nella nostra galassia, ma la sua nascita va cercata altrove nello spazio e nel tempo: l’estranea in questione è una corrente di stelle, la cui presenza sarebbe dovuta ad un processo di fusione tra una galassia nana e il disco della Via Lattea, avvenuto in un remoto passato. La corrente, ribattezzata Nyx (la divinità della Notte nella mitologia greca), è al centro di uno studio appena pubblicato su Nature Astronomy (articolo: “Evidence for a vast prograde stellar stream in the solar vicinity”); la ricerca è stata condotta da un gruppo di astronomi statunitensi, coordinato dal Caltech- California Institute of Technology. La scoperta di Nyx è stata piuttosto laboriosa e ha richiesto l’utilizzo di diverse metodologie di ricerca. Gli studiosi ritengono che le correnti stellari siano dei cluster globulari o addirittura delle galassie nane che hanno subito una distensione lungo la loro orbita a causa delle forze mareali.

Il gruppo di lavoro si è avvalso dei dati di Gaia, la missione dell’Esa lanciata nel 2013 con lo scopo di realizzare una mappa tridimensionale della Via Lattea, e delle simulazioni particolarmente dettagliate di galassie, sviluppate dal Caltech insieme ad alcune università americane nell’ambito del progetto Fire (Feedback In Realistic Environments); dati e simulazioni sono stati poi analizzati con la metodologia dell’apprendimento profondo (deep learning). E’ stato messo in campo anche un catalogo di dati simulati di Gaia (Gaia Mock Catalogue). L’indagine ha messo in rilievo che la Via Lattea non ha avuto un processo di formazione così tranquillo come si riteneva un tempo, ma è stata segnata da una serie di fusioni: un processo comune a molte galassie che crescono e si evolvono ‘ingoiandone’ altre. Il team della ricerca ha poi sviluppato una tecnica di tracciamento dei movimenti di ogni stella nelle galassie simulate, distinguendo gli astri nati in esse da quelli che invece vi si sono trasferiti’ in seguito alle fusioni; le due tipologie, infatti, presentano caratteristiche diverse, anche se spesso le differenze sono molto lievi.

Gli studiosi, per essere certi dell’attendibilità del metodo ideato, si sono inizialmente focalizzati su quanto rimane, nella Via Lattea, di antiche fusioni con altre galassie nane come la cosiddetta ‘Salsiccia di Gaia’. Il test ha avuto esito positivo e quindi è stato possibile identificare la struttura di Nyx, un insieme di 250 stelle che orbita nella stessa direzione del disco della Via Lattea e che presenta anche un movimento verso il centro della galassia. Senza tale combinazione di metodologie non sarebbe stato possibile giungere alla scoperta di Nyx, cui gli autori del saggio intendono dedicare ulteriori indagini utilizzando telescopi di terra, soprattutto per studiare la sua composizione chimica, risalire al luogo della sua provenienza e cercare di dare una collocazione temporale al suo ingresso nella Via Lattea.