Trascorso il cinquantesimo anniversario del primo allunaggio, ora uno dei principali obiettivi delle agenzie spaziali è la riconquista della Luna. E come nello storico lancio della missione Apollo 11, anche questa volta gli Stati Uniti saranno i protagonisti. Ma con molte differenze. Il programma Artemis, che punta a inviare sul nostro satellite due astronauti tra cui la prima donna, non è più il progetto individuale di una superpotenza. Bensì il frutto di una collaborazione internazionale, che vedrà anche la presenza di nuovi attori privati.

L’Europa, il Canada e il Giappone si sono già impegnati formalmente a prendere parte alla missione Artemis. Ed è di pochi mesi fa l’annuncio della Nasa dei primi accordi commerciali per i payload che voleranno sulla Luna. È evidente che in un panorama così complesso non si potranno applicare le stesse regole della prima corsa allo spazio. Lo sa molto bene Jim Bridenstine, Amministratore della Nasa, che punta a stabilire per Artemis – e per le future imprese spaziali in generale – delle “norme di comportamento” condivise per la sicurezza collettiva. Il numero uno dell’agenzia statunitense ne ha parlato recentemente nel webinar Dalla Luna a Marte organizzato dal Center for Strategic and International Studies. «Da un punto di vista strategico – ha detto – è diventato essenziale interagire con i nostri partner internazionali in un modo più solido. Questo include una serie di norme di comportamento».

Bridenstine per ora non è entrato nei dettagli di quali potrebbero essere queste regole. Si è limitato a dire che l’agenzia ci sta lavorando con il governo Usa, e che maggiori dettagli potranno essere rivelati nelle prossime settimane. Ma intanto fonti della Reuters affermano che è in corso una trattativa internazionale chiamata Artemis Accords: questi Accordi Artemis sembrano proprio andare nella direzione di una maggiore regolamentazione delle attività lunari. Il che solleva la grande questione dello sfruttamento delle risorse spaziali.

Soltanto un mese fa Trump ha firmato un ordine esecutivo che sostanzialmente dà il via libera allo sfruttamento delle risorse della Luna e degli altri corpi celesti. Nella visione statunitense, si tratta di un’estensione del Trattato sullo Spazio Extra Atmosferico del 1967, che vieta la colonizzazione di corpi celesti ma consente lo sfruttamento delle risorse spaziali.  Resta da vedere se le “norme di comportamento” citate da Bridenstine riguarderanno anche gli aspetti commerciali del futuro dell’esplorazione lunare.