SpaceX sta lavorando a un metodo per schermare I satelliti Starlink, la costellazione che promette di garantire un servizio di connettività a banda larga in grado di coprire ogni angolo del pianeta e ridurre in questo modo il digital divide. Già dai primi lanci i satelliti sono stati messi sotto accusa da parte della comunità scientifica per via delle loro eccessiva luminosità che potrebbe avere impatti negativi sulle osservazioni da terra.
Lo scorso 27 aprile Elon Musk ha dichiarato che SpaceX sta testando VisorSat un sistema che utilizza delle alette parasole che bloccano la luce solare e prevengono i riflessi, proprio come i parasole posizionati nelle nostre auto. Secondo SpaceX, l’adozione di di VisorSat, ridurrebbe notevolmente la luminosità dei satelliti.
Il metodo non è il primo ideato dalla compagnia che ha già avuto modo di mettere alla prova DarkSat, un trattamento oscurante sperimentato su alcuni satelliti lanciati lo scorso gennaio. SpaceX ha intenzione di testare VisorSat sul prossimo set di satelliti anche se non c’è ancora una data di lancio ufficiale. Dall’inizio del 2020 l’azienda ha mandato in orbita gli Starlink al ritmo di un lancio al mese circa, l’ultimo lo scorso 22 aprile.
Ma i piani di Musk per rendere possibile la convivenza tra le osservazioni scientifiche e i lanci di Starlink non si esauriscono con VisorSat. L’azienda sta studiando un metodo per modificare l’allineamento dei pannelli solari rispetto alla Terra, per ridurre la quantità di luce che essi riflettono sul terreno.
Le misure di SpaceX sono state prese dopo una serie di accesi dibattiti con gli astronomi preoccupati che il numero sempre crescente di satelliti – la costellazione una volta completa potrebbe sfiorare i 30mila elementi – avrebbe intaccato il lavoro di alcuni telescopi in particolare quelli che effettuano survey a largo campo.
Ovviamente le soluzioni proposte da Spacex non potranno essere applicate ai satelliti già in orbita anche se Musk ha dichiarato che la loro vita operativa sarà limitata. Secondo il numero uno di SpaceX la prima generazione di satelliti verrà deorbitata tra tre o quattro anni, per lasciare il posto a elementi più all’avanguardia.
Musk ha menzionato anche il ruolo di supporto che SpaceX potrebbe svolgere nel settore dell’astronomia spaziale. «Ripongo molta fiducia nei telescopi spaziali del futuro – ha detto Musk – tra un paio d’anni potremmo utilizzare Starship – la navetta destinata a portare l’uomo sulla Luna e su Marte – anche per la messa in orbita di telescopi spaziali con costi inferiori a quelli del passato. Sono interessato all’argomento soprattutto se si tratta di costruire un grande osservatorio spaziale».