E’ l’oggetto più lontano mai visitato da una sonda spaziale e ora uno studio dell’Istituto Technion e dell’Università di Tubinga, pubblicato sull’ultimo numero di Nature, ha fatto luce sulle sue particolari caratteristiche. Stiamo parlando di Arrokoth – precedente noto come 2014 MU69 e Snowman – un oggetto transnettuniano situato nella Fascia di Kuiper osservato per la prima volta dalla missione Nasa New Horizons. Nel 2015, dopo aver sorvolato il sistema di Plutone, la sonda è stata diretta verso la remota Fascia di Kuiper  la cintura asteroidale oltre l’orbita di Nettuno, residuo del processo di formazione ed evoluzione del Sistema solare esterno.

L’obiettivo era scovare un oggetto, possibilmente non troppo lontano dalla traiettoria originale della sonda, che potesse essere analizzato per poter scoprire di più  sulle prime fasi di vita del Sistema Solare. La scelta è caduta proprio su Arrokoth e l’oggetto è stato sorvolato da New Horizons a soli 3500 chilometri di distanza il 1 gennaio 2019. Le prime immagini scattate dalla camera della sonda hanno rivelato che Arrokoth è un sistema binario a contatto di circa 30 chilometri di lunghezza complessiva: le due componenti sono in orbita attorno al centro comune di massa toccandosi tra loro. Gli scienziati ritengono che Arrokoth possa essere il prodotto di due oggetti più piccoli che si sono scontrati.

La collisione che ha portato alla formazione di Arrokoth

Nello studio vengono presentatI nuovi calcoli analitici e simulazioni dettagliate che spiegano la formazione e le caratteristiche dell’oggetto. «La collisione ad alta velocità tra due oggetti casuali nella Fascia di Kuiper  – spiega  Evgeni Grishin, autore dello studio – li distruggerebbe poiché sono composti da ghiaccio morbido. Se i due corpi avessero orbitato su un’orbita circolare per poi avvicinarsi  delicatamente l’uno all’altro e stabilire un contatto la velocità di rotazione dell’intero corpo  sarebbe stata estremamente alta mentre sappiamo che era in realtà piuttosto bassa, circa 15 ore. Inoltre il suo angolo di inclinazione (rispetto al piano della sua orbita attorno al Sole) è molto ampio – 98 gradi – quindi si trova quasi sul lato rispetto alla sua orbita, una caratteristica peculiare».

Secondo le conclusioni dello studio i due corpi ruotano l’uno intorno all’altro ma poiché orbitano insieme attorno al Sole, in sostanza costituiscono un sistema triplo. «Arrokoth  all’inizio aveva un’orbita ampia, relativamente circolare,  che poi si è trasformata in un’orbita ellittica altamente eccentrica attraverso un’evoluzione molto più lenta rispetto al  suo periodo orbitale attorno al Sole – continua  Hagai Perets, coautore della ricerca  – potremmo dimostrare che tali traiettorie alla fine portano a una collisione , che da un lato sarà lenta e non distruggerà gli oggetti , ma dall’altro produrrà un corpo a rotazione lenta e molto inclinato, coerente con le proprietà di Arrokoth».

Secondo i ricercatori un sistema di rotazione come quello di Arrokoth è abbastanza comune nella Fascia di Kuiper. «Il nostro modello spiega sia l’elevata probabilità di collisione sia i dati univoci del sistema che vediamo oggi – conclude Grishin –  secondo quanto emerso dai nostri studi anche il sistema di Plutone e Caronte potrebbe essersi formato attraverso un processo simile che sembra giocare un ruolo importante nell’evoluzione dei sistemi binari e lunari nel Sistema Solare».