PIANETI EXTRASOLARI/Il ‘cacciatore’ di esopianeti della Nasa ha iniziato il suo lavoro e invierà i primi dati ad agosto. Il suo terreno di ricerca è il ‘vicinato solare’
Valeria Guarnieri30 luglio 2018
Niente vacanze estive per Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite), la missione Nasa lanciata il 18 aprile 2018 per cercare esopianeti relativamente vicini, subito dopo i confini del Sistema Solare. Il satellite, che ha intrapreso il suo viaggio nello spazio a bordo del vettore Falcon 9 di SpaceX, lo scorso 25 luglio ha dato il via alle operazioni scientifiche e si prepara a trasmettere i primi dati durante il mese di agosto. Gli invii successivi avverranno con cadenza periodica ogni 13,5 giorni, una volta ogni orbita, quando Tess si troverà più vicina alla Terra. Il satellite Nasa, che userà il suo sguardo elettronico per identificare anche pianeti di dimensioni simili alla Terra e classificabili come super Terre, utilizza, come strategia di ricerca, il ‘metodo del transito’: questo sistema si basa sul fatto che quando un pianeta passa davanti alla sua stella di riferimento ne influenza la luminosità. Tess, quindi, terrà sotto controllo di queste flessioni momentanee di lucentezza che sono di fondamentale importanza perché rivelatrici della presenza dei pianeti e di altre loro caratteristiche.
Il team della missione, che attende con trepidazione il primo lotto di dati, prevede che Tess passerà al vaglio almeno 200mila stelle durante il suo ‘mandato’ di due anni e classificherà oltre 3mila candidati esopianeti in transito, tra i quali circa 300potrebbero appartenere alla categoria delle super Terre. Nella sua caccia a questi corpi celesti extrasolari, il satellite dividerà il cielo in 26 diverse zone, ognuna delle quali sarà scrutata dalle sue quattro fotocamere in via continuativa per almeno 27 giorni. Tess realizzerà così una mappa che inquadrerà l’85% del cielo, coprendo prima l’emisfero celeste meridionale e poi quello settentrionale; si tratta di un’area 350 volte più ampia rispetto a quella presa in esame dalla missione Kepler della Nasa.
Le informazioni raccolte dal satellite costituiranno la base per ulteriori e più minuziosi approfondimenti che vedranno coinvolti altri telescopi, sia di terra che spaziali, come il Webb Space Telescope. Inoltre, Tess presterà la sua opera anche per il programma GI (Guest Investigator), nel cui ambito osserverà altri oggetti celesti, quali ad esempio giovani stelle brillanti, sistemi binari e supernove in altre galassie vicine. La missione – che coinvolge numerosi partner, tra università, industrie ed enti di ricerca – è coordinata dal Mit e gestita dal Goddard Space Flight Center della Nasa.