La prova al serbatoio dell’MK1, condotto in Texas a Boca Chica, non è andato a buon fine: la parte superiore della navetta è esplosa diffondendo il liquido criogenico presente nei serbatoi in tutta l’area sottostante.
Una volta ultimati i test positivamente, il prototipo MK1 alto 50 metri avrebbe dovuto decollare fino ad un’altezza di venti chilometri per poi tornare a terra.
Secondo un portavoce della compagnia, l’esito negativo era stato messo in conto dall’azienda poiché l’obiettivo principale di questa prova era quello di pressurizzare i sistemi al massimo. Si tratta di un piccolo incidente che non comprometterà di molto la tabella di marcia.
SpaceX, afferma Musk, potrebbe comunque decidere di non proseguire con ulteriori test sul razzo, che a prescindere dall’incidente non avrebbe comunque volato. La compagnia punta ad impiegare le energie ultimando i lavori per la realizzazione del prototipo MK3, progettato per i voli orbitali, con un design molto differente da quello attuale.
Il numero uno di Space X continua a ribadire la sua vision di lungo periodo, ovvero la colonizzazione umana della Luna e poi di Marte. La prima tappa prevederebbe un sorvolo della Luna, con a bordo i primi turisti spaziali tra cui il miliardario giapponese Yusaku Maezawa che ha profumatamente pagato in anticipo l’escursione lunare. Discorso diverso per Marte. L’obiettivo metà anni venti di questo secolo sembra improbabile anche solo per un’orbita intorno al pianeta rosso. Le incognite di un viaggio così lungo e impegnativo, esposti almeno sei mesi ai raggi cosmici sono molteplici e rendono l’obiettivo di Musk più un manifesto strategico che una possibilità reale