Una realtà colorata, ‘effervescente’ e caratterizzata da singolari strutture, che ha anche suscitato l’interesse dei cittadini-scienziati, coinvolti in uno dei progetti della piattaforma Zooniverse.org: si tratta di una regione di intensa formazione stellare, osservata dal telescopio Spitzer della Nasa e utilizzata per l’iniziativa The Milky Way Project. L’area (foto in alto) si trova nella Via Lattea, nella costellazione dell’Aquila, e si presenta come una vasta nube di gas e polveri popolata da bolle, la cui origine si deve al vento e alle radiazioni emessi da astri giovani e massicci; ogni bolla contiene centinaia di migliaia di stelle che nascono da densi agglomerati di gas e polveri.
Gli astronomi hanno cercato di misurare il diametro di queste strutture, ma l’impresa si è rivelata difficoltosa sia per la distanza dalla Terra, sia per l’azione dei venti stellari che, sospingendo il loro materiale, ne può alterare le dimensioni. Il diametro, comunque, dovrebbe oscillare tra 10 e 30 anni luce. La zona è stata osservata da Spitzer nell’infrarosso per superare l’ostacolo costituito dagli strati di polvere presenti nella Via Lattea; i diversi colori nell’immagine corrispondono ad altrettante lunghezze d’onda nell’infrarosso. Il blu, ad esempio, corrisponde alla lunghezza d’onda della luce emessa primariamente dalle stelle, mentre polveri e molecole organiche appaiono in verde e, infine, il rosso evidenzia le aree dove le polveri sono state surriscaldate dalle stelle. Le venature nere che solcano la regione, invece, sono zone dove si concentrano polveri fredde e gas e dove probabilmente vedranno la luce nuove stelle.
Nell’immagine sono visibili anche quattro onde d’urto, sotto forma di archi di colore rosso (qui gli ingrandimenti); queste strutture, costituite da polveri calde, si formano quando i venti stellari agiscono sui grani delle polveri, sparpagliandoli. Le bolle e le onde d’urto, evidenziati nella foto sotto (le seconde indicate dai quadrati), sono stati identificati nell’ambito di The Milky Way Project, un’iniziativa che ha coinvolto oltre 78mila cittadini-scienziati che hanno passato al setaccio le immagini di Spitzer. I risultati di quest’attività sono stati pubblicati a giugno su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society (articolo: “The Milky Way Project second data release: bubbles and bow shocks”).
L’immagine di Spitzer in cui sono state evidenziate le bolle e le onde d’urto (qui in alta risoluzione – credits: Nasa/Jpl-Caltech).