Si trova nella costellazione dell’Idra, in una condizione di isolamento che dura da miliardi di anni e porta il nome dell’astronomo armeno che ha dedicato parte dei suoi studi a questa particolare di tipologia di oggetti celesti: si tratta di Markarian 1216 (Mrk 1216, in breve), una galassia che, nonostante la sua condotta appartata, sta facendo parlare di sé per il nucleo che contiene una quantità di materia oscura superiore a quanto comunemente ritenuto. La scoperta è stata effettuata da due astronomi del Dipartimento di Fisica ed Astronomia dell’Università della Caliofornia-Irvine (Uci), che hanno utilizzato i dati di Chandra, l’osservatorio a raggi x della Nasa in orbita da 20 anni. I risultati dell’indagine sono stati illustrati nell’articolo “The Extremely High Dark Matter Halo Concentration of the Relic Compact Elliptical Galaxy Mrk 1216”, appena pubblicato su The Astrophysical Journal.
Mrk 1216, che è molto antica ed ha avuto un’evoluzione differente rispetto ad altre tipologie di galassia, appartiene ad un gruppo di galassie ellittiche dotate di un ‘cuore’ particolarmente denso ed affollato di stelle. Secondo gli astronomi, queste realtà dovrebbero derivare dalle ‘pepite rosse’ (red nuggets), galassie rossastre e compatte che si sono formate un miliardo di anni dopo il Big Bang e poi hanno avuto un blocco nella loro crescita circa 10 miliardi di anni fa; di conseguenza, la materia oscura di Mrk 1216 dovrebbe essere molto compatta. Per verificare la coerenza di questa ipotesi, gli autori dell’articolo hanno ‘pesato’ la materia oscura della galassia, studiando la luminosità dei raggi X e la temperatura dei gas a differenti distanze dal suo centro. Paragonando i dati delle simulazioni e quelli di Chandra, i due astronomi hanno riscontrato una concentrazione di materia oscura ben più elevata rispetto a galassie con una massa simile.
Quindi, Mrk 1216 è diversa dalle tipiche galassie ellittiche e può essere considerata una ‘pronipote’ delle ‘pepite rosse’: in pratica, le sue stelle e la sua materia oscura sono state ‘assemblate’ molto tempo fa, con pochissime aggiunte negli ultimi 10 miliardi di anni. Mrk 1216 ospita anche un buco nero, le cui dimensioni sono 4 miliardi di volte quelle del Sole, un valore complessivamente in linea con la grandezza della galassia; gli studiosi ne hanno cercato le tracce, ma al momento sono state notate solo delle aree vuote nel gas caldo, che richiedono ulteriori approfondimenti. Gli autori del paper sono convinti che realtà come Mrk 1216 siano utili non solo per ricostruire la storia dell’antico Universo, ma anche per approfondire i meccanismi che governano la materia oscura.